Vi segnalo l’editoriale del direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini. Scrive: “Va respinta l’alternativa tra salvare vite umane, soprattutto quelle degli anziani, dei nostri padri e delle nostre madri, oppure tenere aperti gli impianti. Non dev’essere così. Occorre arginare le spinte emotive”. Sarà necessario arrivare alla chiusura delle fabbriche, delle attività produttive? “Andare oltre rischia di essere un errore grave, dalle conseguenze catastrofiche non solo per le aziende ma per la vita di tutti noi – sostiene Tamburini -.
Un disastro che avrebbe effetti di lungo periodo e non per pochi mesi. La chiusura delle fabbriche significa inevitabilmente cassa integrazione, licenziamenti, impoverimento degli italiani. Ne farebbero le spese, come sempre accade in questi casi, le fasce più deboli.
Così all’emergenza sanitaria seguirebbe prima l’emergenza economica e poi l’emergenza sociale, assai difficile da arginare. Gli interventi ipotizzati dal governo – si chiede Tamburini – come possono essere sostenibili bloccando le fabbriche? Molto meglio seguire la linea della logica e del buon senso.
Bisogna avere capacità e lucidità per condurre il Paese lungo il sentiero stretto dell’emergenza, ma senza spegnere il motore dell’economia.
Si può fare, a condizione di affermare il primato della ragione su quello della emotività”.