Cari viaggiatori,
nel cammino si incontra la Toscana, una terra con una forte identità che è il risultato di una somma di identità. È la terra dei tanti campanili, delle diversità raccontate da Dante: gli aretini botoli rischiosi, i senesi gente vana. E, di certo, non parlava bene dei suoi concittadini fiorentini.
Ma in questa terra di campanili, le campane sanno suonare in armonia, sanno accogliere e aggregare. E in questa fase difficile la Toscana riesce a mettere d’accordo esigenze pubbliche e private, i bisogni dei giovani e degli anziani. Di chi è nato in questo pezzo d’Italia e chi c’è arrivato da adulto. Fantasia e laboriosità, rispetto delle regole e solidarietà, senso della Stato e del dovere, qui riescono ad essere “virus contagiosi”. Talvolta la toscanita’ può sembrare supponenza. Il gusto per la battuta, l’abitudine di affibbiare soprannomi spesso sono mal compresi da chi non è nato e cresciuto tra le Apuane e la valle dell’Arno.
Questa è la terra di Leonardo e di Giotto, di Arnolfo di Cambio e Piero della Francesca. È la terra dei geni della musica, da Puccini ad Andrea Bocelli e Gianna Nannini.È la Toscana della moda che fa conoscere ed apprezzare il Made in Italy nel mondo. È la Toscana dei vini, del panforte e dei cantucci di Prato, della Chianina inventata da Ezio Marchi agli inizi del ‘900 per far mangiare la carne ai poveri.
È la Toscana dei grandi sportivi, da Gino Bartali a Marcello Lippi. La Toscana è una terra dolce e amara. Dolce come le colline dei Chianti e amara come era un tempo la Maremma cantata da Daisy Lumini e Caterina Bueno. Amara come le Cornate di Gerfalco che ti accompagnano al mare attraverso decine di curve che ti fanno salire il cuore in gola.È la Toscana di Piero Calamandrei, il giurista che spiegava la Costituzione agli studenti in maniera semplice, quella Carta che va vissuta ogni giorno, come una macchina che ha bisogno di carburante per viaggiare.È la terra di Carlo Azeglio Ciampi, il livornese cresciuto tra il cacciucco e le aule della Normale di Pisa, che ha fatto riscoprire e apprezzare l’identità italiana. Lui, livornese, toscano, italiano. Perché essere toscani vuol dire essere italiani.
Significa essere cittadini del mondo. Come cittadino del mondo era Nelson Mandela, amato dalla Toscana, il paladino dei diritti umani, il sognatore. Lui che diceva che il vincitore é un sognatore che non si è mai arreso. Mai arrendersi. Si può cadere ma dobbiamo rialzarci.
Ne siamo capaci.
Buon viaggio
14 commenti a “Maledetti toscani. Meglio fieri toscani”