Le bottiglie e le emozioni

Cari viaggiatori,
ho pensato che possa far bene imbottigliare le emozioni. Ci ho pensato e ripensato e ho provato a rispondere a qualche semplice domanda per arrivare a una “penultima” conclusione. Può far bene raccogliere le emozioni, inserirle in una bottiglia e poi tirarle fuori quando è necessario? Oppure, così facendo, si comprimono e alla fine la bottiglia scoppia e si perdono le emozioni?
Mi sono dato una “penultima” risposta. Le emozioni non sono come il vino, che si imbottiglia e poi si toglie il tappo per brindare nelle festività. Le emozioni si devono vivere anche quando c’è il rischio che vada male, per non avere il rimpianto di non averle vissute per il  timore di sconfitte. Le emozioni sono tutte energia vitale, anche quelle negative, che sono sempre istruttive.
Mai parlare di sconfitta ma di insegnamenti. Quindi non dobbiamo imbottigliare e comprimere le nostre emozioni, che sono vitalità, ma incanalare questo flusso di energia dove va la nostra attenzione perché, forse, quello di cui più abbiamo paura è che nulla cambi.
Buon viaggio

18 commenti a “Le bottiglie e le emozioni

  1. Giovanni Quattrone

    Le emozioni sono senza tempo. Dopo una certa età ho scoperto che sono energia che sgorga dal cuore.
    Mi emoziona fotografare un bambino o un anziano, mi emoziona l’abbraccio vero di un Fratello, mi emoziona salutare il mio Gran Maestro dicendo: …alla Vostra obbedienza Venerabilissimo…, mi emoziona ciò che riesce a scalfire la mia anima di lupo.
    So che mi emozionerò alla prossima apertura dei lavori.
    Emozionarmi mi rende migliore.
    Buona continuazione.

  2. Gilberto

    “… E stringere le mani per fermare qualcosa che è dentro me
    Ma nella mente tua non c’è
    Capire tu non puoi
    Tu chiamale se vuoi emozioni”

  3. Claudio

    Carissimo Venerabilissimo Gran Maestro, le emozioni ci stanno accompagnando in questi giorni particolari. Grazie a loro, ci danno la speranza e la forza per superare questo momento. Mi auguro che le emozioni ci accompagnino quanto più a lungo possibile, anzi che non ci abbandonino mai, perché una cosa è certa, con loro sicuramente vivremo meglio e saremo uomini migliori.
    Buon lavoro

  4. Peppe Rucco

    È vero.. la smania di inforcare la mia bici per un viaggio di qualche giorno, cresce ogni ora di più..
    Ma c’è dell’altro.
    Inizio a pensare che tra un po’ tutto questo, in fondo, mi mancherà.
    Il silenzio della città.
    L’avvolgente intimità dei pomeriggi tra le mure della mia casa..
    La scoperta di questo confortevole rifugio, che sino a qualche settimana fa era un luogo di passaggio.
    La regolarità dei ritmi scanditi da : risveglio allenamento, lavoro, pranzo, lavoro, cena, libro.. e niente più.
    Ogni giorno uguale, ogni settimana uguale.
    Quella strana sensazione di galleggiamento che solo l’assenza di imprevisti riesce a restituire.
    Il senso di rilassatezza che deriva dall’assoluta inutilità di programmare, il domani, il weekend, la vacanza.
    L’inutilità del portafoglio.. che di certo non servirà.
    Il non pensiero della benzina nel furgone .. che tanto non servirà.
    Il telefono che in studio continua a non squillare.
    L’immagine dei dipendenti in pigiama e con l’unica preoccupazione di nascondere le pantofole durante skype- call delle 16.00.
    L’idea che andrà tutto bene.
    La strana sensazione che, invece, tutto potrebbe precipitare.
    La certezza che anche domani qualcuno morirà.. ed il mondo starà lì a guardare senza nulla poter fare.
    L’idea di ripartire.
    L’idea che forse no, che forse è meglio stare qui…
    La sensazione, appena percepita, che in fondo questa noia è, di fatto, meglio della frenesia.
    La presa di coscienza che la vita, quella dell’11 marzo.. non era poi così normale.
    Che le giornate volate via appresso : lavoro, telefono, piscina, danza, inglese,scuola, incontro sindacale, lezione di inglese, pizza con amici, weekend in montagna, uscita in bici con il gruppo, banca, riunione in azienda, whatsapp, corsa alle 6, appuntamento a Bari, svenimento alle 21.30 sulla pagina di un libro che sembra non finire mai…

    Cosa c’era di normale?
    E dove è finita la normalità?
    Dove sta l’equilibrio?
    Cosa succederà il 4 Maggio?
    Che succede al mondo intero?
    Come si viveva 50 anni fa?
    Camperemo sino a 70 anni?

    Ora è inutile pensarci..
    Mi godo ancora un po’ questo silenzio.. e tra due settimane si vedrà.
    Per fortuna posso restare ancora un po’ a casa.

  5. Claudio solinas

    La vita è emozioni . I regimi hanno paura delle emozioni , la libertà è emozioni . I malati di mente poverini hanno alterazione delle emozioni . Io vorrei sempre giocare, giocare a tutto, sempre fin da bambino ho avuto la percezione della bellezza delle emozioni . Ho giocato a calcio perché mi emozionavo, ho fatto e faccio il medico perché mi emoziono . Sono entrato nella nostra istituzione perché mi emozionava il solo pensiero . Ogni lunedì di ogni settimana di ogni mese dell’anno provo quel friccicore che mi spinge a non mancare mai alle tornate di Loggia. Non posso comprimerle , ne dentro di me ne nel vuoto di una bottiglia . Provo un senso di rammarico per l’allontanamento dai lavori di Loggia e dal pensare alla possibilità che la GL possa saltare . Penso alla possibilità di scrivere qualcosa nel percorso istituzionale con la sola nostra presenza e ringrazio il GM per queste riflessioni. Un abbraccio Claudio

  6. Quando ripenso a qualcosa di importante che nel corso della vita mi é successo, mi rendo conto che i dettagli a volte possono essere sfocati, ma quello che mi torna subito chiaro e distinto sono le emozioni che mi ha suscitato.
    L emozione di un contatto, di uno sguardo, di un profumo, di un sapore, di una gioia o di un dolore, di una paura o di un amore tiene viva la mente, la stimola e la rende brillante.
    Come posso dimenticare l emozione della nascita di mia figlia, della mia iniziazione o dell’aver perso un Fratello, un familiare o un amico!!!
    Sono momenti che mi hanno segnato profondamente, che hanno tracciato un solco dentro di me dal quale nasceranno nuovi stimoli per meravigliose esperienze.
    Un uomo che non é in grado di provare profonde emozioni non é un essere umano, ma un automa che non riuscira mai ad aprire il proprio cuore agli altri.
    Se mi venisse chiesto qual’ é l emozione più bella che ho provato rosponderei……” LA PROSSIMA ” !!!!

  7. Umberto

    Con l’avanzare dell’età si raffina la percezione dell’emozione.
    Ed è bellissimo verificare quanti uomini vivono le medesime emozioni, quelle descritte mirabilmente da Claudio: “L’universo ha senso solo quando abbiamo qualcuno con cui condividere le nostre emozioni” (Paulo Coelho).
    Questo è il nostro vero “segreto” che non riusciamo a descrivere con le parole perché “l’emozione non ha voce” come canta Celentano.

  8. Giovanni Palumbo

    Caro Peppe hai descritto bene le sensazioni del presente ed i ricordi del recente passato. Quello che i meno giovani stanno vivendo è in gran parte paragonabile alla vita di chi si ritira dal lavoro, dalla vita attiva. Quando cominci, nell’intimo silenzio, prima sconosciuto a ricordare e a riflettere sul tuo percorso di vita; a recriminare o a gioire per come hai vissuto. Oggi l’attuale stile di vita che tieno lontano le persone fa si che le “piccole ” privazioni prima impensabili amplificano il silenzio e le riflessioni prendono nuova forma, così come tu hai fatto. Un silenzio benefico che ai più saggi donerà una nuova vita, volta più al rispetto verso se stessi, a comprendere e trattare con maggiore sensibilità ed amore il prossimo. Un forte TFA.

  9. luca salimbeni

    Ill.mo e Ven.mo GM, le emozioni sono uno stato affettivo,gradevole o penoso, causate da eventi imprevisti, interni o esterni, che possono essere accompagnate da reazioni somatiche o di” cuore inteso come sentimento interiore. I fenomeni “somatici” sfuggono tutti al controllo della volontà, ma dei quali il soggetto è cosciente (esempio pratico : la tachicardia che subentra prima di leggere ad un convegno etc..). Sono quindi accompagnate da elementi di comportamenti diretti ad affrontare le situazioni, risolvendo o eludendo i problemi che queste presentano; nel caso che questo non sia possibile, la conseguente frustrazione delle spinte emozionali può provocare stati di angoscia. Ecco allora che è giusto liberare le nostre emozioni onde non cadere in situazioni di angoscia. L’emozione potrebbe,in certi casi, avere per antecedenti immediati alcuni fenomeni intellettuali: percezione, immaginazione, concezione, giudizio. A questa teoria, se ne contrappone un’altra, fisiologica, che afferma che mai uno stato intellettivo può produrre una emozione: fra stato intellettivo ed emozione
    devono,pertanto, esistere reazioni organiche,fenomeni fisiologici. Le sensazioni organiche sono rappresentate da sensazioni viscerali o muscolari, mentre altri studiosi hanno sostenuto una teoria centrale dell’emozione, secondo cui questa non sarebbe che un fenomeno di cenestesi cerebrale. Questo contrasto fra tesi sembra si possa attenuare quando si constata che ogni emozione è determinata,in varia misura, sia da fatti fisiologici sia da fenomeni psichici. Personalmente, sono convinto che esternare le proprie emozioni,belle o brutte che siano, sia una sorta di “liberazione” del proprio io, e un motivo di confronto con l’altro. Una emozione non si può sopprimere: deve essere condivisa e relazionata in modo da crescere noi stessi e gli altri. Con il Tfa Luca Salimbeni

  10. Antonio Biviano

    Per me le emozioni sono nella vita quotidiana, nel mio lavoro, nella mia arte.
    Le sto coltivando anche e spesso sopratutto in questi giorni difficili e assurdi.
    Mai chiuderli in bottiglia, ma meglio lasciarle uscire, in attesa che il mondo cambi verso una piu’ sana normalita’.
    Grazie Gran Maestro

  11. Raffaele

    Verissimo. Ma le emozioni hanno un doppio potere. Quello di viverle all’istante senza limiti, e quello di poterle conservare come ottimi vini d’annata e riassaporarle e riviverle anche in seguito. Quindi più volte. Ed è un potere enorme

  12. Le emozioni… la vita è piena di emozioni, belle e brutte. La vita “libera” ti permette di non mettere in bottiglia le emozioni, di viverle appieno di percorrere il naturale tragitto della vita. Ma le emozioni vere sono libere e non possono essere imbrigliate. L’emozione di stare con i Fratelli, il privilegio di conoscere cose nuove, l’emozione di svolgere la vita così come essa è, sempre che ce lo permetta un’app, sempre che ci consentano di riunirci, sempre che si rimanga liberi….

    -“La libertà è quel bene che ti fa godere di ogni altro bene”-(Montesquieu)

  13. Ottavio Spolidoro

    E ti pareva…
    E vado a scomodare Arthur Rimbaud. Nella sua lingua per chi ha la fortuna di leggere la Sua poesia nel suo originale suono; ed in italiano per noi.
    Eccola:
    Le buffet

    C’est un large buffet sculpté; le chêne sombre,
    Très vieux, a pris cet air si bon des vieilles gens;
    Le buffet est ouvert, et verse dans son ombre
    Comme un flot de vin vieux, des parfums engageants;

    Tout plein, c’est un fouillis de vieilles vieilleries,
    De linges odorants et jaunes, de chiffons
    De femmes ou d’enfants, de dentelles flétries,
    De fichus de grand’mère où sont peints des griffons;

    – C’est là qu’on trouverait les médaillons, les mèches
    De cheveux blancs ou blonds, les portraits, les fleurs sèches
    Dont le parfum se mêle à des parfums de fruits.

    – Ô buffet du vieux temps, tu sais bien des histoires,
    Et tu voudrais conter tes contes, et tu bruis
    Quand s’ouvrent lentement tes grandes portes noires.

    La credenza
    È un ampio armadio scolpito; l’antica scura
    quercia ha preso una buon’aria di vecchia gente;
    l’armadio è aperto, e scioglie dentro l’ombratura
    come onda di vin vecchio, un profumo attraente.

    È un miscuglio di vecchie anticaglie, stipato
    di panni odorosi e gialli, di straccetti
    di donne e fanciulli, d’appassiti merletti,
    di scialli di nonna col grifo pitturato;

    -Qui trovi ciocche di capelli bianche e bionde,
    i ritratti, i medaglioni, la frutta e i fiori
    secchi il cui profumo insieme si confonde.

    – Ne sai di storie, o mia credenza d’ore morte!
    vorresti dirci i tuoi racconti, e fai rumori
    se lente s’aprono le grandi nere porte.

  14. Massimo Bianchi

    È un momento grigio.Il tema proposto oggi dal G.M. suscita una speranza,che dopo questa bufera ci sia più poesia che prosa(frase del fr.Giosue’ Carducci).Sono convinto che il ritorno alla”normalita’” segnerà una nuova capacità di emozionarsi per avvenimenti o rapporti che meritino davvero. Tfa al GM e ai fratelli

  15. Giorgio Morandi, noto pittore italiano del 900, è stato reso celebre dalle sue nature morte di bottiglie, identificando le bottiglie con gli uomini; per lo più bottiglie vuote e senza tappo, che ben rappresentano l’idea della liberazione delle emozione, ma che ancor meglio – a mia speranza – si presterebbero a contenere le cattiverie perse da cuori distratti che sottovalutano tutte le conseguenze …..

  16. Pasquale Cerofolini

    Grazie Cari Viaggiatori dei vostri interventi ed un grazie al Fratello SGM che con piacere , ci regala queste perle di lavoro , che personalmente mi lasciano ogni volta soddisfatto , della riflessione che con gioia e umiltà sono a scrivere, … augurandomi sia un mattone da leggere ed valutare anche se non condiviso che va a porsi nel sancta sanctorum virtuale, tra noi in costruzione . …
    Sicuramente, ogni giorno, in tutto quanto facciamo, nel lavoro, in famiglia, nei rapporti interpersonali, nelle riflessioni proprie, senza pensarlo, siamo alla ricerca di una emozione , perché quindi rifuggire o reprimere le stesse ?
    Nel momento che si presentano prepotenti ed incondizionatamente, le Emozioni , che mai hanno un ‘ passato ed un futuro ‘ a cui devono qualcosa di preparato o preparatorio , per Me , vanno vissute nella pienezza nel ‘ proprio presente spietato del loro arrivo in Noi ‘ , e godute , e capite , e vissute , e rispettate , belle , brutte che siano …. e in qualsiasi caso non vanno mai giudicate .
    Esprimerle è bellezza e forza , e spesso è regolatore delle proprie capacità a viaggiare e sapersi muovere nella vita .
    Vivere l’emotività , è VIVERE .
    Vostro Fratello Pasquale Cerofolini – TFA

  17. Massimo Ciaglia

    Ven.mo Gran Maestro, Car.mo Stefano
    Imbottigliare le emozioni significa potenziarle e il rischio è che possano travolgerci e trasportare in maniera inconsapevole.
    Libere devono fluire le emozioni, riconosciute e accompagnate dalla ragione.
    Solo così, dall’unione di emozione e ragione, saremo capaci di provare sentimenti e di raggiungere la sintesi nel cuore.
    Grazie Gran Maestro

  18. Elio Cirimbelli9

    Carissimo VGM Fratelli cari,
    Pirandello scriveva :
    ,, Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere”.
    Credo che se non ci ” togliamo” le maschere faticheremo ad esternare le nostre emozioni.
    Rimarranno in bottiglia o in una pentola a pressione che prima o poi esplode perché salta la valvola di sicurezza.
    Un triplice fraterno abbraccio
    eliociri.

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