Cari viaggiatori,
se oggi voliamo da una parte all’altra del mondo in poche ore lo dobbiamo al genio di Leonardo da Vinci e al sacrificio delle vittime dei suoi esperimenti.
E’ grazie alle sperimentazioni che si trovano le soluzioni e questo lo sanno bene soprattutto gli scienziati dai quali, in questo periodo, dipende il nostro umore quotidiano. Se il professor Burioni va da Fazio e dice “state tutti in casa” il mattino dopo ci svegliamo con il pessimo umore ma ci adeguiamo. Se il dottore di Pavia, meno noto tanto che mi dimentico il nome, dice da Fazio che forse (bravo a mostrare un dubbio) il siero prelevato dai guariti potrebbe essere (bravo ad usare il condizionale) la cura giusta per superare il coronavirus, mi sveglio più sereno.
Non resta che affidarci alla scienza e agli scienziati che negli ultimi tre mesi hanno cambiato spesso idea. Si è passati dal molto rassicurante “è poco più di un’influenza” al catastrofico “ci saranno migliaia, migliaia e migliaia di morti” fino al più corretto, sebbene preoccupante, “per ora ci abbiamo capito poco o niente”. Tutto sommato preferiamo quest’ultimo pensiero, che non è una resa, ma un prudente “stiamo lavorando per voi” senza fissare date o fare previsioni, belle o brutte che siano.
Proprio come ha fatto il “medico a me ignoto” di Pavia che alle 22della domenica sera era in istituto con il camice bianco e, alle insistenti richieste di Fazio su quando sapremo se il suo esperimento funziona, ha risposto con il sorriso rassicurante “lo saprà appena avremo i risultati”. Questo modo di agire sarà piaciuto a chi crede che il “dubitare” sia il metodo corretto di azione in ogni campo. Ce lo ricorda lo scrittore Gianrico Carofiglio. A proposito del dubbio dice che “è uno strumento fondamentale per arricchirci ed imparare, perché se io sono sicuro di tutte le mie convinzioni e non accetto di metterle in dubbio, rimarrò completamente immobile.
Il dubbio è lo strumento che fa funzionare la macchina dell’intelligenza ed è sicuramente un mezzo per migliorarci”. E, per migliorarci, prima del dubbio viene l’umiltà. Senza quella non si dubita e quindi non si migliora e non si fa il bene dell’umanità.
Buon viaggio
17 commenti a “La scienza e il “medico a me ignoto””