L’arte e l’innovazione

Cari viaggiatori,
Winston Churchill ci regala una pillola di saggezza: “Senza tradizione l’arte è un gregge di pecore senza pastore. Senza innovazione un cadavere”.
Buon viaggio

4 commenti a “L’arte e l’innovazione

  1. Pasquale Cerofolini

    Caro SGM Fr. Stefano ,
    Cari Viaggiatori ,

    Premesso che per me , tutto ciò che facciamo nel nostro quotidiano , nei valori etici e morali corretti , da sempre nei secoli , Noi possiamo considerare arte ; arte del vivere , arte del sapere stare assieme , arte nella rappresentazione dell’edificare , dello scolpire , del suonare , del cantare , del sapere scrivere , del dipingere e altro ed altro ancora , sempre comunque arte .

    Valori di arte quindi , di una ‘ lavorazione umana che si tramanda oralmente e non ‘ , tutto ciò altro non è che TRADIZIONE ; Tradizione che presenta a Noi tutti , sincreticamente un mondo da custodire gelosamente che potremmo definire ‘ un Giardino di Risultati ‘ ; Giardino dove ognuno di Noi ne deve essere custode come il pastore del gregge , nella volontà di sapere guardare avanti attingendo a questa esperienza conservata , sviluppando di conseguenza nuove idee dell’arte stessa , creando INNOVAZIONE .

    TRADIZIONE mantenuta attraverso il nostro lavoro che non può che creare la naturale INNOVAZIONE .

    Ho letto e condivido “ … Non c’è Tradizione senza Innovazione, così come non c’è amore senza odio. Una Tradizione appassionata ma che non è Innovativa muore, perdendo tutto ciò che ha con se portato … “ ; nel libero pensiero , da sempre c’è rapporto fra Tradizione e Innovazione , in quanto come dice un pensatore anonimo “ … senza l’approccio filologico, che garantisce la permanenza o la sopravvivenza stessa della Tradizione, lo studio delle filosofie del passato cadrebbe nel puro arbitrio, ma tale approccio non è esaustivo: per comprendere il pensiero di un autore è necessario anche un lavoro di ri-costruzione storico-filosofica, che è sempre aperto ad interpretazioni di Innovazione, le quali dipendono dalla capacità di penetrazione e dalla sensibilità del singolo studioso, oltre che dal mutarsi del clima intellettuale … “

    Importante vivere la Tradizione nella sua stessa Innovazione , e fare se possibile , un qualcosa di gradevole per la gioia di tutti , con la capacità di creare belle emozioni .

    TFA

    Fr. Pasquale Cerofolini –

  2. Marcello Mersi

    Carissimo G.M., per “tecnologia” intendo un’esposizione di regole per trattare con arte e scientificamente un certo soggetto. Con “arte” non mi riferisco al significato più immediato della parola, ma bensì alla capacità di fare. Non a caso tale concetto fino al Medioevo racchiudeva in sé solo le teorie e gli accorgimenti che venivano osservati in ambito più che altro pratico : ad esempio quello artigianale o meccanico. La tecnologia ha sicuramente migliorato le condizioni di vita degli individui, contribuendo al loro benessere attraverso metodologie sempre più avanzate. Arte e tecnologia sembrano così essere molto distanti. Da una parte, l’una potrebbe essere guardata solo come un godimento estetico, mentre l’altra sembra faccia passi da gigante per facilitare e rendere più sicura l’esistenza di tutti noi. Eppure un legame e molto stretto c’è, eccome se c’è! Spesso si valuta un’opera giudicandone solo gli aspetti estetici e formali. Si osservano i colori, le linee guida, l’iconografia e quant’altro. A volte però si tralascia di valutarla a livelli più profondi : quello storico, sociale, economico. Insomma, mentre un pittore dipingeva nella sua bottega, cosa succedeva nella società al di fuori di essa? Se si immaginano gli artisti come semplici cittadini che fanno parte di una società è facile realizzare quanto essi possano essere condizionati dal contesto che gli ruota attorno, ieri come oggi. Se questi si sconvolgono davanti a nuove scoperte è facile intuire che i pittori tendano a inserirle in modo più o meno accentuato, nelle loro opere. Nei tempi più recenti la tecnologia si associa alle invenzioni contemporanee : materiali super leggeri e innovativi, telefoni cellulari, computer dalle mille risorse. Bisogna ricordare che comunque ogni epoca ha avuto le proprie tecnologie, che a noi sembrano di certo un po’ scontate, ma che nel loro contesto hanno causato una forte ventata rivoluzionaria. Gli artisti, nel corso del tempo, hanno subìto spesso il fascino delle nuove invenzioni, e soprattutto gli intellettuali ne hanno fatto materia di studio e riflessione.
    Faccio riferimento alla macchina fotografica, che ha rivoluzionato il metodo di rappresentazione dello spazio. Oggi ci può sembrare del tutto ovvio, ma allora non fu facile comprendere la portata di questa invenzione, che avrebbe mutato per sempre l’ambito delle arti visive, considerata anche la sua “concorrenza” con la pittura tradizionale. Si può poi parlare del cinematografo, che ha dato luce a una delle arti per eccellenza, ha messo le basi per tutte le svariate teorie e tecniche del linguaggio del cinema, senza il quale oggi non si potrebbe godere di un film nelle moderne multisala, oppure un telegiornale o un cartone animato nei nostri televisori. Si pensi all’automobile, al treno, agli aerei.
    O ancora all’utilizzo del ferro e del vetro nell’edilizia, dei materiali sintetici usati per la produzione industriale di massa, la grafica pubblicitaria, senza contare l’attualissimo grande boom dell’informatica, che oggi sembra riuscire a insinuarsi in tutti i settori.
    Se si riflette su quanto la vita si sia trasformata oggi con la tecnologia, non c’è da meravigliarsi quanto possa essere cambiata quella di artisti, teorici e intellettuali, i quali hanno trasmesso su altri piani il loro entusiasmo o sgomento. Faccio una riflessione su come le nuove tecnologie abbiano influenzato il modo di promuovere l’arte. Esse hanno fatto si che l’arte non restasse solo un lusso per pochi, ma che potesse arrivare a tutti e diventare un fenomeno di massa, attraverso ad esempio il potenziamento della diffusione effettuato dai media. Questo è visibile nelle imponenti costruzioni che chiunque può ammirare nelle grandi metropoli, chiaro simbolo dell’evoluzione, nei manifesti pubblicitari, in televisione e radio. Ed infine, oggi, Internet. I social network consentono agli artisti di pubblicare e rendere visibili a tutti le proprie opere. Possono esporsi in maniera più rapida. Conoscono in modo immediato il gradimento di esse grazie alla comunicazione virtuale e al mercato online. É inoltre merito della tecnologia se oggi chiunque può vedere un’opera esposta dall’altra parte del pianeta, o addirittura visitare musei interi. Tuttavia, ancora oggi è acceso il dibattito in cui tradizione e innovazione si scontrano : un dibattito dai tanti pro e contro, che se si risolvesse probabilmente segnerebbe la fine della ricerca espressiva artistica, che da sempre, pur tenendosi salda ai princìpi del passato, vede nell’innovazione il suo percorso futuro. Un abbraccio forte a Te e a tutti i Viaggiatori.

  3. Raffaele Macarone Palmieri

    Il nostro Bro. Winston Churchill, caro Stefano, come molti ricordano, oltre ad essere un uomo di stato tra i più importanti del Novecento, è stato un pittore amante dell’Impressionismo e del Post-Impressionismo, fertile autore di oltre 550 tavole ad olio. La pittura gli serviva per scaricare tensioni e ansia – scrisse nel suo libro Painting as a Pastime pubblicato nel 1948 “…The Muse of painting came to my rescue in a most trying time” – avviluppato nell’ odoroso fumo del suo Davidoff…

    Per tornare al tuo stimolo sull’Arte, tra tradizione e innovazione, ho sempre pensato che il Museo fosse pedagogico, educasse alla formazione del cittadino e alla trasmissione di un sapere su noi stessi e sugli altri, sul mondo quale è e quale è stato. Il Museo apprende a vivere, certo non è un luogo dove imparare un sapere tecnico. La Scuola con i suoi programmi, che attualmente dimenticano totalmente la formazione artistica dei giovani, valorizza la formazione tecnologico-scientifica che oggi viene richiesta. L’educazione artistica vive di una duplice strategia di rottura e di conservazione, di movimento e stabilità, di critica e preservazione, di memoria e creazione.

    Ogni società umana viene conosciuta attraverso la cultura, la cultura della sua epoca e la cultura del suo passato. Anche gli artisti delle Avanguardie Moderne, tardo-ottocentesche o novecentesche, rivoluzionari e liberi dalla cultura tradizionale conoscevano perfettamente questa cultura e ne rispettavano la ricchezza. Non si costruisce l’avvenire, cancellando il passato; il presente è rivolto verso questi due poli, ciò che ci ha preceduto e ciò che ci seguirà. Cari Viaggiatori, credo che non sia un paradosso né una contraddizione affermare che il Museo, come le Biblioteche, possa costituire, oltre che istituzioni pedagogiche atte a riempire le lacune della scuola, uno stimolo formidabile alla innovazione.

  4. MMC

    Rufuds, se avesse avuto orecchie per intendere le parole del suo amato padrone Churchill, sarebbe rimasto offeso, seppur egli barboncino, nel non sentir citato il ruolo del “cane pastore del gregge”. Ma è noto: Rufuds era solo un barboncino, razza assai nervosa e vanitosa. Spesso molesta.

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