Il dizionario del vernacolo senese

L’occasione potrebbe essere l’anniversario dell’Accademia degli Intronati, nata nel 1525 e ora presieduta da Roberto Barzanti, per pubblicare il dizionario storico del vernacolo senese che era il sogno dei curatori di un volume, “Raccolta di voci e modi di dire in uso nella città di Siena e nei suoi dintorni”, pubblicato da Betti Editore nel 2003. Nel 2003 l’allora rettore dell’università per stranieri Pietro Trifone concluse l’introduzione al libro “con l’auspicio che in futuro non troppo lontano si realizzi il progetto di un dizionario storico del senese, coronando in tal modo l’opera concepita e avviata dai curatori di questa Raccolta” che sono stati Antonio Lombardi, Pèleo Bracci, Fabio Iacometti e Gino Mazzoni. Venne pubblicata nel 1944 e, scrive Trifone, “la prima cosa che mi viene da pensare è quanto sia fallace il vecchio detto secondo cui i vocabolari non sarebbero altro che cimiteri di parole”. E di vocaboli ne vengono citati moltissimi nel volume, spesso collegati al Palio, la festa che esprime l’anima più autentica del popolo di Siena, “rogo furente della senesità, in ogni caso impareggiabile conferma di essa” come ha detto Mario Luzi. Si va dall’alcalena al far pulito, dal manrovescio alla stamburata, dal mangino al palcaiolo. E poi il lessico gastronomico che ci fa incontrare il buristo e il ceciarello, la sportina e il pampepato (con la m), il rigatino e il costoleccio. E poi il citto e il cittino. Barzanti, archintronato, prepara le feste dell’Accademia e avrà pensato anche al vocabolario senese. Chissà chi lo sa.

Questo articolo è stato creato in Toscana. Salva nei segnalibri il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *