Museo del Palio, sì di Giovanni Mazzini

Lo storico senese Giovanni Mazzini, membro della commissione per la realizzazione del Museo del Palio durante l’amministrazione del sindaco Luigi De Mossi è intervenuto a Radiosienatv sull’argomento: “Come commissione non ci hanno più chiamato. Il lavoro è rimasto sospeso, ma il progetto era già avviato e supportato da Magistrato delle contrade e Consorzio per la tutela del Palio. Le tutele cittadine non mancavano. L’idea era quella di inserire tanti elementi digitali e di spiegare il Palio, non solo per la corsa. Inoltre il museo doveva anche essere un polo culturale del sistema museale delle contrade. Chi visitava quel museo doveva essere motivato ad andare in quelli di contrada”. E sulla possibilità di creare un percorso tra i 17 musei di contrada invece di un unico museo del Palio Guido Bellini ha aggiunto: “I musei hanno dei tempi diversi, non possono essere sempre aperti soprattutto nei giorni Palio, trovandosi nei rioni. Sono gestiti dalle contrade, non ci sono esterni. Con il mio articolo ho voluto rispondere a coloro che hanno gioito ad un possibile no del sindaco. Il Museo del Palio non è solo una risposta turistica, non è solo una risorsa economica, non deve perdere di valore. Il principio è che il patrimonio del Palio deve essere conosciuto, anche per tutelare la Festa. Si deve fare una comunicazione internazionale con professionisti. Il museo può permettere a chi viene a Siena di vedere cose concrete anche al di fuori dei giorni canonici”. Aggiunge Mazzini: “Non capisco il no per un progetto importante per la città ed un centro culturale da mettere in relazione con altri musei del mondo, elemento fondamentale anche la tutela della festa. Un museo del Palio che parlasse dei messaggi comunicativi del futuro per riportare Siena in una dimensione di contemporaneità che le sta sfuggendo”. Il no non lo capisce Mazzini e, più modestamente, non lo capisco neppure io.


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