Siena riscopre il vino e spera in una sede

Siena ora punta sul vino. Nel fine settimana si terrà Wine&Siena, la rassegna che in questi dieci anni è stata itinerante in città. Ha toccato anche le sale di Rocca Salimbeni, sede storia del Monte dei Paschi, e quest’anno sarà ancora il Santa Maria della Scala il luogo prescelto per gustare vini di qualità. Ma l’utilizzo del Pellegrinaio è destinato anche questa volta a suscitare qualche reazione negativa da parte di critici d’arte per i danni che, dicono, potrebbe provocare alla sala. 

Forse è anche per questo che il presidente di Confcommercio Stefano Bernardini auspica che venga individuata una struttura adeguata in città che possa accogliere l’evento e che lo possa far crescere in quantità e qualità. Chi visse sperando…non ebbe molta fortuna anche perché Siena capoluogo ha da tempo manifestato poco interesse per il vino. Sembra un paradosso per una provincia “piena zeppa” di docg e doc. Eppure è così. In poco tempo si sono perse l’Enoteca, che ora prova a rilanciarsi, e l’Accademia della Vite e del Vino che venne costituita a Siena, su proposta del Comitato Nazionale Vitivinicolo, il 30 luglio 1949, con l’intento di dar vita ad un centro per promuovere il progresso vitivinicolo italiano. Nata qui ed emigrata altrove per lo scarso interesse mostrato dalle istituzioni pubbliche più propense a cavalcare lo sviluppo di banca, università e policlinico. E pensare che la nascita dell’Accademia della Vite e del Vino venne sottolineato dal plauso ed incoraggiamento di eminenti uomini di governo e di insigni studiosi italiani ed esteri. La fuga da Siena, perché non si riuscì a trovare una sede adeguata, destò lo stupore e la rabbia di pochi. E’ un’istituzione prestigiosa che promuove studi, ricerche e discussioni sui maggiori problemi concernenti la vite ed il vino, compreso l’insegnamento ai vari livelli; seminari o letture tenute dagli accademici o da altre persone invitate dal consiglio accademico, relative al perfezionamento della viticoltura ed allo sviluppo dell’enologia; la costituzione di osservatori, laboratori e commissioni di studio e tante altre attività. Oggi, fosse stata ancora qui, sulle lastre, l’Accademia della Vite e del Vino avrebbe potuto sostenere il sogno di Bernardini e ripetere, chissà, quella Mostra dei Vini tipici che nacque in Fortezza ed ora, anche questa, è emigrata a Verona. Noi ci accontentiamo di Wine&Siena. Meglio di niente.


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