Alberto Monaci, democristiano per sempre

Ho trovato questo articolo che ho scritto sul Corriere di Siena dedicato ad Alberto Monaci in occasione del funerale. Ve lo ripropongo.

La figlia Giulia che ricorda con fierezza il babbo dolce e premuroso; il compagno di mille battaglie Gabriello Mancini, imbacuccato e con i capelli sempre più bianchi; Enrico Rossi, alleato leale ma non sempre in sintonia; il fratello Alfredo con la testa avvolta in tanti pensieri, ricordi e rimorsi. Sono alcuni flash dalla Santissima Annunziata dove è stato celebrato il funerale di Alberto Monaci ma sotto l’aspetto politico l’immagine simbolica più forte è la bandiera della Democrazia cristiana posta sulla bara e conoscendo la pignoleria di uno degli ultimi cavalli di razza deve averlo lasciato detto alla moglie Anna e ai figli. In quel labaro c’è la ricongiunzione di Alberto con il partito che non ha mai abbandonato, pur passando dalle esperienze del Partito popolare, poi della Margherita e infine del Pd. Alberto Monaci era democristiano e basta. Per la precisione della sinistra dc, che si ispirava ad Aldo Moro, Benigno Zaccagnini, Guido Bodrato e Beppe Pisanu. Nel Ppi ci stava abbastanza bene ma nella Margherita c’erano molti iscritti provenienti da altri partiti per non parlare del Pd dove ha incrociato, per lui troppi, ex comunisti. Sì, perché Alberto Monaci era anticomunista e antifascista. La sua anima era autenticamente popolare e, sebbene si facesse il segno della croce la mattina e la sera, era pure laico, quella laicità degasperiana che divideva il ruolo dello Stato da quello della Chiesa e che è testimoniata dalla Costituzione posta sulla bara.

Lo diceva spesso a quel gruppo di dirigenti democristiani che gli assegnavano il ruolo di leader e lo accompagnavano nelle lunghissime trasferte da un capo all’altro della provincia, da Ulignano dove lo attendeva Giovanni Cencetti fino a San Casciano dei Bagni. Notti passate in macchina a caccia di consensi e per aiutare questo o quello e per fronteggiare l’altro cavallo di razza democristiana che non c’è più, Alberto Brandani. Non so se i due, che si sono dati battaglia per quasi un trentennio, si stimavano o no. E’ una domanda che per me rimane senza risposta perché non ho avuto il coraggio di porla a entrambi ma credo che i due siano stati felici quando Monaci ha preso la via del centrosinistra e Brandani quella del centrodestra. Ognuno deve aver pensato: “Almeno non dovrò più combatterci”. E in paradiso, dove già saranno secondo i loro amici più fidati, si ritroveranno avvolti nello stesso labaro, quello della Democrazia cristiana.


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