Monte dei paschi, la riscossa ha due nomi

Passare da preda a predatore non è un passaggio di poco conto, eppure il Monte dei Paschi ci deve essere riuscito. I protagonisti di questa inversione di tendenza sono i montepaschini, che hanno lavorato sodo, i correntisti che sono come i carabinieri (fedeli per sempre), e due manager che da un commentatore sono stati definiti ragionieri di provincia ma sul campo hanno mostrato di avere coraggio e fiuto. Uno è Luigi Lovaglio, settantenne di Potenza con studi a Bologna, che ricopre la carica di amministratore delegato di Banca Monte dei Paschi di Siena dal 7 febbraio 2022 (incarico rinnovato nell’aprile 2023). Dopo solo cinque mesi dal suo arrivo, alla fine di giugno del 2022 presenta il Piano industriale 2022-2026 orientato alla creazione di valore per tutti gli stakeholder della Banca, che si sviluppa su tre pilastri: un modello di business con redditività sostenibile (ottimizzando la struttura organizzativa e rafforzando il ruolo della Banca quale punto di riferimento per famiglie e imprese nei territori di 
appartenenza), un bilancio solido e resiliente e una gestione della legacy della Banca” scrive il Corriere della Sera. L’altro manager che ha risollevato le sorti di Rocca Salimbeni è Maurizio Bai, montepaschino fin dalla nascita, promosso sul campo vicedirettore generale.


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