C’è una lapide al mercato fiorentino di San Lorenzo, nascosta dalle ingombranti bancarelle e quasi illeggibile, a ricordare che lì, nella notte del 3 ottobre 1925, venne ucciso e trucidato Giovanni Becciolini. Viveva a una decina di metri di distanza, in via dell’Ariento al numero civico 10 (oggi è il 18), con la moglie Vincenza Di Mauro e il figlio Bruno che era nato il 26 giugno, due settimane dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti. Sul luogo dell’omicidio nel 1980 è stata posta dal Comune di Firenze una lapide in ricordo del martirio. Erano già passati 55 anni. Le foto di quel giorno immortalano il sindaco Elio Gabbuggiani, il consigliere comunale Lando Conti, l’onorevole Pasquale Bandiera e il segretario del Pri fiorentino Giuseppe Lax. Oggi, a fatica, si leggono quelle poche parole che pesano come grosse pietre sulle nostre coscienze. Per non dimenticare è uscito il libro “Le dittature serrano i cuori”, che sarà presentato nella sede della giunta regionale nel palazzo Sacrati l’8 maggio alle 17 e parteciperanno il governatore Eugenio Giani e il giornalista Mauro Bonciani. In vista del centenario della Notte dell’Apocalisse, come la definì Vasco Pratolini, la presentazione del libro sarà anche l’occasione per parlare delle iniziative in ricordo di quelle drammatiche aggressioni in cui persero la vita tre antifascisti, i massoni Giovanni Becciolini e Gustavo Console, il socialista Gaetano Pilati e quattro operai di cui non si conoscono i nomi.
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