Come risolvere il problema dell’immigrazione

Il consigliere comunale di Polis, Gianluca Marzucchi interviene su uno dei temi del momento.

Il fenomeno della immigrazione ha travolto antiche stabilità e assetti. Nessun Paese dell’Occidente ne è esente.
Gli immigrati irregolari in Italia sono stimati in 500 mila. Negli Usa sono 11 milioni.
Gli immigrati registrati, di cui si ha contezza, sono circa 5 milioni in Italia, Francia, Spagna e 10 milioni in Germania.
Un fenomeno inarrestabile? La risposta è nei numeri e nella ampiezza del fenomeno.
Gli immigrati sono tutti delinquenti? Credo che le esperienze di ognuno di noi ci mostrino il contrario. Gli immigrati sono tutti desiderosi di integrarsi nel nuovo mondo dove hanno scelto di vivere? Anche in questo caso le esperienze di ognuno suscitano perplessità, in particolare per quella parte di seconda generazione che stenta o non vuole inserirsi.
Fenomeno già osservato nelle aree europee di più antica immigrazione, anche a fronte di una concreta politica di integrazione.
Cosa fare, oltre ad una propaganda che forse porta voti ma non soluzioni, alla quale si oppone una disponibilità verso il fenomeno acritica, che alimenta e amplia un problema che oltretutto lacera il tessuto sociale e sostiene spesso un conflitto tra poveri?
In questo quadro sarebbe opportuno che fossero le ipotesi di intervento il centro del dibattito e la riflessione delle Istituzioni.
Superata la propaganda e l’assegnazione delle responsabilità (ovviamente agli altri) il problema va affrontato con pragmatismo e rigore essendo consapevoli che il flusso immigratorio sarà al massimo rallentato, e che gli sforzi doverosi per favorire l’integrazione non saranno sufficienti.
Nella nostra città coloro che delinquono o comunque attuano comportamenti che destano preoccupazione, sono una parte estremamente minoritaria e probabilmente invisa anche agli stessi immigrati integrati che lavorano (spesso in ambiti che i nostri figli non gradiscono) e vivono in pace.
Le Forze dell’ordine ben conoscono chi sono e il livello della loro pericolosità. Controllarli quotidianamente per non dare loro il senso di impunità, che sembrano avere, e accelerare i provvedimenti di legge, che pure esistono, può essere un deterrente.
Insieme alla collaborazione tra Amministrazione Comunale e Forze dell’ordine per dare una presenza continua nelle strade più a rischio, con il vigile di quartiere che collabora e segnala comportamenti potenzialmente pericolosi.
Primi immediati provvedimenti che, vista per ora, l’esiguità dei gruppetti, possono rappresentare un deterrente capace di attenuare episodi inaccettabili ed anche lo scontro ideologico in atto, oltre a far rientrare il diffuso senso di insicurezza che mortifica la città.
Poi servono misure politiche che non fanno capo ai poteri locali.
Ma quello che è possibile fare dobbiamo cominciare a farlo, ed in fretta perché la situazione può sfuggire di mano con conseguenze imprevedibili.


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