Verso il 25 aprile

È in arrivo l’ottantesimo anniversario del 25 aprile del 1945 – ricorda Mario Ajello sul Messaggero – e questa ricorrenza oggi contiene insieme una sua debolezza e una sua forza. La debolezza è che ormai in pochi sono interessati a conoscere quella vecchia storia della Liberazione. Sembra archeologia per le giovani generazioni. E per la maggior parte degli italiani, il ricordo si va sbiadendo. Ottant’anni hanno prodotto smemoratezza, forse anche perché si è rivelato insufficiente il tentativo di storicizzare veramente quegli eventi; di sottrarli alla retorica dell’ antifascismo militante e dell’ “ora e sempre Resistenza” e chi prova e ha provato a smarcarsi da questo mantra viene visto male; di liberarli dalle forzature ideologiche per effetto delle quali è passata la falsa credenza sull’anti-fascismo come esclusiva della sinistra. Quando invece c’erano tutti nella battaglia per la libertà: dai comunisti agli anti comunisti, dai monarchici ai repubblicani, dai preti ai mangiapreti, dagli anarchici alle suore che nascondevano nei conventi gli ebrei e chiunque fosse braccato dai nazisti, dai liberali di alto lignaggio ai semplici ragazzi che rifiutavano di combattere per la repubblica di Salò. Per non dire degli ufficiali dell’esercito, dei poliziotti, dei carabinieri e molti di loro sono stati sprofondati nell’orrore delle Fosse Ardeatine. Si è voluto fare del 25 aprile un uso di parte e così molti oggi pensano che la Resistenza e la Liberazione siano state condotte soltanto dai comunisti o comunque dalla sinistra. Il che non è vero. Si è creato un perdurante mito di un’Italia contro un’altra Italia, evitando di emancipare quel momento dalla sua indubbia e benemerita caratterizzazione divisiva del momento – dal 1943 al 1945 c’erano la lotta per la libertà contro il delirio della tirannide, più un’infinita zona grigia, ma la ragione è chiaro da quale parte stava – per cristallizzarlo moralisticamente finora come qualcosa che non deve pacificare ma continuare a separare. Non si è data una valenza veramente patriottica a questa data cruciale del calendario civile. Perciò il 25 aprile non è diventato senso comune.
 


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