Quando ho letto che alla riunione di una commissione comunale non potevano partecipare i giornalisti (che di solito non ci vanno) ho creduto a una bufala. A dare la conferma che invece era notizia vera ci ha pensato il presidente del consiglio comunale di Siena Davide Ciacci in una intervista alla Nazione. Dice: “Le commissioni sono libere e aperte, possono partecipare i cittadini che lo desiderano, mentre per i giornalisti la bozza di regolamento prevede una richiesta di accredito. E’ solo un’informativa, perché i presidenti di commissione chiedono di essere informati in questo senso. Ma la stampa può essere presente anche senza l’informativa preventiva alla Segreteria del Consiglio comunale. Resta il fatto che gli atti all’esame delle commissioni devono essere al centro dei lavori e soprattutto la comunicazione deve funzionare, per evitare il rischio di errori o ’distorsioni’”. Quindi, i giornalisti sono cittadini di serie B, con minori diritti degli altri? Pensate che ci sono alcuni comuni che trasmettono in diretta streaming anche le riunioni delle commissioni comunali. Ci viene in soccorso un vecchio proverbio che dice: “La toppa è peggio del buco”. Ma andiamo oltre, anzi un po’ indietro. Pensate che per il brindisi di auguri per le festività è stato diffuso un invito in cui era prescritto che non si dovevano scattare foto, eccetto una una con il primo cittadino e gli assessori con i calici in alto, e non si potevano fare domande. Ho l’impressione che nel palazzo ci sia qualche problema con il mondo dell’informazione oppure c’è una maldestra interpretazione dei diritti e dei doveri.
Scopri di più da Stefano Bisi
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Un commento a “Informazione e Comune di Siena, qualche problema ci deve essere”