Cari viaggiatori,
viviamo nel tempo dell’attesa. Aspettiamo il bollettino tv delle 18 per sapere se la curva dei contagi è in salita o in discesa. Aspettiamo di sapere quanti sono i morti del giorno. Aspettiamo di sapere quando il presidente del consiglio dirà “bomba liberi tutti”.Viviamo il tempo dell’attesa e, soprattutto, di un’incertezza che ci fa cercare quelle certezze che scienziati, economisti e guru non possono darci. Abbiamo solo una certezza: #tuttoquestopassera’.
Per accettare l’attesa dovremmo provare a trasformarla in desiderio. Potremmo dire “l’attesa del desiderio”, quella voglia di camminare e correre come se fossimo stati tutti runner nel pre-coronavirua, quel bisogno di incontrare e di lavorare.Uno scrittore svizzero, maestro elementare, Peter Bichsel, scrive: “È possibile ascoltare bene quando si tollera di non capire”. Se pensiamo di non capire, o meglio di non capire tutto, sarà meno difficile superare il tempo dell’attesa.
Sarà meno faticoso esercitare l’arte di saper attendere se avremo il ragionevole dubbio che la nostra idea possa non essere la migliore possibile.
Buon viaggio
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