Gli occhi della libertà

Cari viaggiatori,

tra i tanti pensieri espressi in questa festa della Liberazione mi piace citare quello del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Un passaggio é particolarmente bello, quello della descrizione di Pegaso, l’animale mitologico che è l’emblema della Toscana. Un cavallo alato, simbolo di forza e di energia che si libra e sale in alto, sgravandosi dalla pesantezza degli egoismi e che ha una capacità di visione larga.Il cavallo alato guarda al cielo, come dovremmo fare noi. Sempre. Oggi, e ancor più in questa fase, guardiamo sempre in basso, il telefonino o lo schermo di un pc per l’ennesima videoconferenza.

Quando usciremo da casa, e avremo la mascherina, i nostri occhi saranno ancora più importanti nella comunicazione del pensiero perché ci resterà più difficile esprimerci con le parole. La mascherina sarà come una barriera alla parola. Non ci resteranno che gli occhi.

Cominciamo ad alzare lo sguardo. Verso gli altri più che verso il cielo.

Buon viaggio

15 commenti a “Gli occhi della libertà

  1. Maurizio

    “ Bisogna prestare poca fede a quelli che parlano molto” . È il momento di far parlare il cuore. Grazie Venerabilissimo Gran Maestro da un viaggiatore solitario che nel suo percorso ha avuto la fortuna di incontrare tanti altri viaggiatori con i quali condividere il viaggio.

  2. Massimo Bianchi

    Caro Stefano,la tua conclusione di oggi mi ha riportato nel Tempio.Il Trinomio e il cielo stellato.I Valori di cui dovremmo essere testimoni in noi ,con i fratelli e verso l’Umanita’.Il nostro modo di essere nel mondo che chiamiamo profano dovrebbe farci identificare come liberi muratori anche senza distintivi sulla giacca.Il primo giorno giurammo di perseguire due impegni.Migliorare noi stessi (quanto è difficile) e dare un contributo a migliorare l’Umanita ‘.Tanti fratelli ci sono riusciti,non tutti,lasciando grandi e piccole tracce.

  3. Massimo

    Narra il mito che a cavalcare Pegaso fu Bellerofonte, grazie a una briglia d’oro che il giovane ricevette da Atena. E appare evidente che la forza alata può e deve essere domata dalla saggezza. A cavallo dello splendido Pegaso, Bellerofonte, simile a un San Giorgio, uccise la chimera, gettando nella gola del mostro del piombo, che fondendosi lo soffocò. In Bellerofonte e Pegaso c’è la forza, la bellezza, la sapienza. Ma nel racconto c’è anche la caduta. Bellerofonte, dopo straordinarie imprese, ebbro di libertà e orgoglio, punterà all’Olimpo. Ma gli dèi invieranno un tafano, che farà imbizzarrire Pegaso. Bellerofonte, disarcionato, rimarrà storpio, zoppo come un Efesto, un Lucifero, un Anfortas, il re pescatore, il re del Graal, ferito ad una coscia. Lo immagino in attesa di un liberatore, che provi pietà di lui, un Parzival, che alla fine ne prenda il posto. Perché la storia della libertà e del suo prezzo si ripete.

  4. Riccardo Mannoni

    La riflessione del ns.GM mi induce a pensare che la grevita delle nostre vite debba elevarsi verso l’alto dotandocì di ali come Pegaso;anzi noi massoni abbiamo il dovere di cercarle nel nostro rituale senza snaturare la nostra natura perché fuori dal tempio non si ritorni ronzìni. Ģrazie x questa asciutta e centrata riflessione perfettamente in sintonia col deserto di queste giornate.

  5. Pasquale Cerofolini

    Carissimi Viaggiatori e caro SGM Stefano ,

    oggi 25 Aprile 2020 , giorno della Liberazione , desidero ricordare anche chi dopo la seconda guerra mondiale ha creato l’Emblema della Repubblica Italiana il ” Fratello PAOLO PASCHETTO ” che nella sua descrizione ha così riassunto il LOGO creato :

    Ramo di ULIVO =La Pace
    La STELLA = Il Simbolo Patrio(Pentalfa) dai tempi classici
    La RUOTA dentata di acciaio = Il Lavoro
    Ramo di QUERCIA = La Forza e Dignità

    ……. Dovremo e Ritroveremo Tutti questi Valori …….

    TFA – Vostro fratello Pasquale Cerofolini
    – Logia Fenix 127 – Oriente Asunciòn – Paraguay/GLSP

  6. Sergio Salis

    Questi giorni da qualche parte ho letto che il carro quando e’ vuoto sul selciato fa solo rumore per rappresentare che chi troppo parla spesso non dice niente e parla solo per sentire la propria voce . Il tuo breve pensiero e’ pieno di contenuti e spero illumini i nostri fratelli in questo difficile momento in cui c’e’ bisogno più di fatti che di parole .

  7. Marcello Mersi

    Venerabilissimo Gran Maestro, la tua riflessione odierna mi porta a pensare come sarà la nostra vita tra pochi giorni quando riprenderemo, almeno in parte, le nostre attività. È un dato di fatto che gli occhi siano espressione di un pensiero, di una sensazione provata, di dolore, di piacere, di stupore, ecc. Sara’ importante comunicare con essi dato che parlare con le mascherine, non è poi proprio così semplice! A me, piace moltissimo guardare la persona negli occhi quando dialogo con lei, non sopporto chi, parlando, abbassa lo sguardo! La tua conclusione è verità assoluta.

  8. Ottavio Spolidoro

    Carissimo Stefano
    Ill.mo Gran Maestro
    Oggi, 25 aprile. Celebrarlo? Non celebrarlo? Ne’ l’uno né l’altro? Seguire la strada della pacificazione iniziata da Togliatti? Seguendo la pratica di sostituzione ventilata da ultimo da destra o da sinistra? No. La strada forse è un’altra, necessitata da quella percorsa da noi, dalla nostra storia il cui simbolo è il fratello Becciolini che tenta di salvare i registri della Loggia. Ed allora

    “Siamo i vostri fratelli
    Figli di queste colline.
    Ci fu chiesta la vita
    Avevamo poco di più
    Ma la demmo lo stesso

    Perché voi poteste continuare
    A sperare
    In un mondo più umano.

    Non offriteci solo preghiere
    Ma la rabbia
    Una rabbia feroce
    Contro chiunque
    Voglia mettere di nuovo
    L’uomo contro l’uomo”

    A te ragazzo che nel 2020 ti dici fascista e non ti accorgi che puoi dirlo solo perché i nostri padri i nostri nonni hanno reso possibile tutta la libertà di cui godi senza conoscerne il costo. A te che pensi che questa liberazione sia una festa inutile, una cosa per anziani, per combattenti e reduci io dico: questa non è una festa che si consuma in un giorno perché, caro ragazzo, quella lotta non solo ha realizzato cose che non apprezzi e che ti sono solite ma ha scritto anche una cosa per te e per quelli che saranno giovani dopo di te e per tanti anni ancora. Una cosa che si chiama Carta Costituzionale e sappi che se vuoi parlare della liberazione senza fare la figura dello stupido o dell’ignorante devi leggere quella Carta, le parole che trovi scritte lì è esattamente quello che ti manca per capire per sapere.

    La festa della Liberazione sia per noi la festa della Carta Costituzionale ossia della realizzazione pratica dei valori comuni di un popolo libero.

  9. Elio Cirimbelli

    Carissimo GMV, cari fratelli. Il volto é lo specchio della mente, e gli occhi senza parlare confessano i segreti del cuore. Gli guardi sono frasi perfette. L anima è la nostra dimora, gli occhi ne sono le finestre. “I tuoi occhi sono fonti, nelle cui silenziose acque serene si specchia il cielo”. William Shakspeare.
    Buon viaggio, buon cammino guardando sempre avanti!
    Elio Cirimbelli

  10. luca salimbeni

    Ill.mo e Ven.mo GM, al di là di ogni convinzione e credo politico,al quale tutti hanno diritto in virtù della libertà conquistata 75 anni fa, oggi mi torna in mente, dolorosamente, il volto e le parole di mio padre, che per quella libertà ha combattuto e ha dedicato gli anni della sua govinezza. E, ancora oggi, rifletto sui suoi insegnamenti. Ricordo tanti aneddoti e parole. Mi diceva che le schifezze della parte avversa non giustificano quelle della propria e argomentare solo sulle schifezze altrui anzichè sulle idee proprie è segno di debolezza e non di forza. In definitiva, come dice B. Croce “la storia non è giustiziera ma giustificatrice”. Comprendere la storia implica il comprendere la vita delle persone che la fanno, di qualunque idea politica,religiosa e morale. Mi ha insegnato che l’altruismo è il più alto insegnamento che esiste (ma io forse ne abuso troppo..). La spinta dell’amore per i suoi simili deve essere sempre, caro Luca, così mi diceva, essere sempre la tua fonte di vita. In questo modo, si passa per il desiderio di non nuocere, di non pesare sugli altri, di essere utili, prima di giungere al radioso sentire altruistico che ispira l’olocausto di sè per gli altri. Proprio come 75 anni fa… L’amore per gli altri,il guardare negli occhi, è il naturale e logico “sentire” che ogni essere non può che trovare visto che la completezza della propria esistenza sta solo nell’esistenza degli altri esseri umani. “Ama il prossimo tuo come te stesso” non è un dogma, non è solo un comandamento, è qualcosa di estremamente logico e necessario. Lo scopo della nostra vita, caro figlio mio, è quello di donare coscienza e si è tanto più coscienti quanto più si riesce a compenetrarsi dei problemi degli altri. Se ti senti rifiutato, caro Luca, è perchè rifiuti (” odio gli indifferenti” di gramsciana memoria..). Dedicati all’altruismo. Non accettare mai di chinare la testa di fronte ai più forti nè di alzarla di fronte ai più deboli. Testa alta, sii sempre umile e non chiedere mai favori, semmai aiuta chi ha bisogno. Ricordati che la patria dell’uomo virtuoso è lo stesso universo e gli esseri umani che lo compongono. Non odiare, non compatire,combatti solo se la tua idea è giusta e non nuoce alla libertà degli altri. Ho combattuto per questo e ho vinto ma non per me ma per tutti quelli che anelavano alla libertà.”. Con questi ideali sono cresciuto, con questo esempio sono diventato uomo. Grazie ad un Padre che è stato insignito di una medaglia d’oro e di una Stella al merito per la liberazione di Firenze. Ora,però, le lacrime stanno cominciando a scendere…
    “Vivere per sè stessi non è vivere, vivere per gli altri questo è vivere”. Menandro. Con il Tfa Luca Salimbeni

  11. Pierpaolo Q.

    “Cor magis Tibi homo pandit” parafrasando la scritta posta sulla porta di ingresso ai nostri cuori. Grazie G.M. per lo sprone ad essere sempre migliori e mai sazi

  12. Vincenzo

    L’essenza del tuo bellissimo e attualissimo pensiero è tutta racchiusa nel titolo. Credo che tra le tante anomalie che l’uomo deve correggere ci sia proprio l’incapacità di “parlare” con il cuore. Si tratta di un limite atavico, connaturato ad un essere che è destinato a lavorare molto su se stesso per riuscire a dare il meglio di sé, per trovare la vera Via. L’essere umano è l’unico a poter fare da anello di congiunzione tra la terra e il cielo, ma ad una sola condizione, che riesca ad accorgersi che la Terra è il presente e il cielo il futuro, il futuro dell’Uomo. Che, in questa nostra società, ci sia bisogno di più cuore e meno fredda razionalità, è assai evidente. Nel corso del tempo l’uomo ha sempre più asservito la propria ragione ad un Ego che è ormai diventato ipertrofico. Alla strada stretta e tortuosa verso l’Essere, ha preferito l’autostrada larga e comoda verso l’avere. Quello che sta succedendo è, almeno in buona parte, il risultato di questo modello di uomo e del suo egoismo smisurato. Ora è arrivato il momento di rimettere mano a questo vecchio modello di uomo e tentare di costruirne uno nuovo, capace di mettere più cuore in quello che fa. Che tracciano le nostre bocche, dunque, e “parlino” i nostri occhi, i nostri sguardi. Il volto è lo specchio dell’animo! Allora cerchiamolo questo animo, ridiamogli voce attraverso gli “occhi della libertà”, libertà dal nostro stupido orgoglio, libertà dal nostro egoismo, libertà dalla nostra presunzione, dall’illusione della nostra falsa e ingannevole autosufficienza. Nessuno uomo è un’isola, nessuno può salvarsi da solo! Impariamo a volare con le ali dei nostri sentimenti più nobili e sinceri per poter guardare la nostra Terra dall’alto e renderci conto che è una, una per tutti, che è riscaldata e illuminata da un unico Sole e da un’unica Luna. Un grandissimo TFA. Buon 25 aprile, ancorché in ritardo. 🌿🌿🌿

  13. Massimo La Via

    Carissimo GM, gli occhi rappresentano la nostra finestra sul mondo ed è solo guardando verso l’infinito che comprendiamo la nostra fragilità umana. Rivolgere lo sguardo al cielo è il più grande atto di libertà che l’uomo possa compiere, un atto sì simbolico, ma che lo porta a connettersi con la sua vera natura che non è materiale, ma spirituale. Il Cielo è manifestazione dell’Infinito ed è la strada verso il Tutto. Così, in questo tempo difficile, saranno gli occhi che trasmetteranno le nostre emozioni di uno sguardo celato da una mascherina. E leggendo le emozioni delle persone attraverso lo sguardo ne percepiremo l’anima.

  14. Aldo Cozzi

    Caro G M, mi piace molto l’idea di Pegaso ……che va’ possentemente in alto ….mi ricorda le Fenice , che risorge volando dalle ceneri verso una nuova vita ….mi ricorda anche la Bibbia , aperta su S Giovanni….rappresentato dall’Aquila , che vola sola in cielo ,ed e’ l’unico volatile che può guardare il Sole….cose che ci appartengono, e forse dimentichiamo talvolta, ma sono Impressionato dalla tua corretta riflessione ” vedremo solo gli occhi e con quelli ci esprimeremo”….da non piu’ giovane schermitore , so cosa vuole dire fissare gli occhi del prossimo, bloccarli a te…. capire e prevedere….gli occhi , il loro colore, sono un canale diretto verso l’anima , la porta sul nostro inconscio . Si narra che i cavalieri medioevali bardati ecc…vedessero solo gli occhi dell’avversario, e da lì potessero capire , sapere , della loro e di alte vite. Una intervista di Tesla parla del colore degli occhi….un potenziale energetico da dare agli altri…..ora mi pongo una domanda saremo come comunita’ in grado di vedere e farci vedere dentro attraverso gli occhi….come potremmo cambiare, migliorare la società con questa opportunità ……e qui torniamo a Pegaso, la Fenice, l’Aquila ……

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