Chianti, il vino sostenibile che custodisce il paesaggio

Un territorio che ha generato bellezza, con un paesaggio il cui “sistema delle Ville-Fattoria” è candidato Unesco, che ha prodotto agricoltura ed economia, grazie al vino, e turismo, nel rispetto della sua comunità, non può che essere “sostenibile”. Questo territorio è il Chianti Classico, 6.800 ettari vitati su 70.000, tra la Siena del Medioevo e la Firenze del Rinascimento, 486 produttori di cui 345 fanno l’intera filiera, 35-38 milioni di bottiglie l’anno destinate a 160 Paesi, per un valore economico di distretto – vino e altre eccellenze, e indotto – stimabile in oltre 1 miliardo di euro. Alla regia, un Consorzio che, dopo la scommessa vinta della Gran Selezione e delle Uga-Unità Geografiche Aggiuntive, ha lanciato un “Protocollo di sostenibilità”. E, poiché, secondo un’indagine presentata, oggi, a Chianti Classico Collection 2025 a Firenze (dove WineNews sta assaggiando le nuove annate, e raccogliendo le voci del territorio in un video presto online), per il 48% delle aziende sostenibilità è già la parola d’ordine e per il 60% il “vino sostenibile” è quello che custodisce il paesaggio, “il nostro sguardo – spiega il presidente del Consorzio Giovanni Manetti – si allarga alla sostenibilità sociale e, novità, a quella culturale”. Con l’obbiettivo, dice il direttore del Consorzio Carlotta Gori, di mettere “in etichetta un simbolo dedicato”. Lo scrive winenews.it


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