Cari viaggiatori,
questa epidemia ci lascerà in eredità anche tante parole, alcune belle e altre molto brutte. Qualcuna la sentiamo ad ogni ora del giorno e della notte e la leggiamo ovunque. E’ il “distanziamento sociale”. Se ci pensate è terribile.
Vuol dire distacco dagli altri, allontanamento dalle persone anche in senso emotivo. Non sarebbe stato meglio dire “distanziamento fisico”? In fondo, gli scienziati, i ministri e le autorità pubbliche ci dicono che la diffusione del coronavirus si può fermare restando a distanza di un metro, un metro e ottanta centimetri. MIca ci dicono che non bisogna considerare gli altri, che dobbiamo smettere di sentirsi parte di una comunità. Allora, perché continuano a spiegarci che occorre mantenere il “distanziamento sociale” mentre quello che serve è il “distanziamento fisico”?
E poi, un’altra domanda: perché alcune regioni prescrivono distanze di un metro e altre un metro e ottanta?
Forse le goccioline hanno una velocità maggiore in Toscana e minore nel Lazio? Boh.
Buon viaggio
20 commenti a “Distanziamento, fisico o sociale?”