Si nasce, si muore, si risorge

Cari viaggiatori,

qualche tempo fa Ezio Bosso disse: “Per me la morte non esiste, è una parte della vita”. Sono le fasi della vita anche per Vito Mancuso che parla delle idee del cristianesimo sulla morte: “C’è un filone che risale a San Paolo, che considerava la morte figlia del peccato, dunque l’ultima nemica da battere, prima del trionfo del Regno. E poi c’è un altro filone, più minoritario, che invece si richiama a San Francesco d’Assisi, che nel Cantico delle creature loda Dio per averci donato ‘Sora nostra morte’.

Una visione che la considera parte del ritmo della vita, non come qualcosa di estraneo, da negare. Questo è il modo in cui io guardo la morte”.

Si nasce, si muore, si risorge.

Buon viaggio

23 commenti a “Si nasce, si muore, si risorge

  1. Marcello Mersi

    Carissimo G.M., la morte fa parte della vita. È l’unica certezza che tutti abbiamo e che tutti affronteremo. Ma tutto questo, almeno a me, non fa paura : dobbiamo accettarla e affrontarla con animo sereno e dobbiamo essere pronti e preparati in ogni attimo della vita, ma senza patemi, senza paura, senza timore. La mia mamma in punto di morte mi disse “sono serena, sono in pace con me stessa, sono felice e proprio per questo, ti chiedo di non piangere”…..e io non piansi. Un abbraccio forte Illustrissimo e Venerabilissimo Gran Maestro.

  2. Gino Calvani

    Pur con un po’ di paura, perché così ci hanno insegnato per secoli, sono daccordo con il mitico Bosso. Anzi, forse la morte è un modo per vincere un certo sistema di fare cultura basato sulla paura appunto!!

    • Claudio

      Carissimo G.M. graziw per i continui spunti di riflessione che ci dai. Penso che prima della morte c’e’ la vita, fatta di ostacoli , difficoltà e pregiudizi. A volte la affrontiamo con leggerezza e su questo credo che dovremmo tanto riflettere. E dopo? Dopo c’e’ la morte; insieme sono interconnesse tra di loro tanto da costituire una solida unità. Mi viene in mente Platone ” la morte non è male, perché o inizia una nuova sopravvivenza o è assoluta
      Insensibilità come quella di un sonno senza sogni. Tfa claudio

    • Raffaele Macarone Palmieri

      Carissimo Stefano, noi LM ricerchiamo nel nostro percorso la Verità, cosa che implica anche la ricerca dell’Assoluto.

      L’essenzialità del rito di iniziazione massonica – una vera e propria Nascita – consiste nell’immaginare la morte del profano e la resurrezione del mistico a una vita nuova dopo aver subito la prova dei diversi elementi: terra, aria, acqua e fuoco. Ma l’iniziazione reale deve essere nettamente differenziata da quella simbolica che è costituita da sole immagini e realizza esclusivamente un programma che il neofita deve eseguire per entrare nel pieno possesso di tutte le prerogative di cui beneficia. La condizione di iniziato conduce il nuovo fr alla intuizione della Conoscenza attraverso una illuminazione interiore, proiezione al Centro dell’Io umano della Luce trascendente.

      La successiva rappresentazione drammatica della Morte e Resurrezione di Hiram – forse introdotta sulla base della descrizione di Plutarco della passione di Osiride – in un grado creato in un secondo momento all’atto della formulazione della leggenda hiramitica, designa il processo di vivificazione della evoluzione spitituale della Umanità, entrando in un nuovo ciclo.

      Questo ‘ritorno’ di Rinascita è il fermento che va a favorire lrinascita una nuova e vera Conoscenza e la restaurazione della Tradizione iniziatica, permettendo così a noi LM di completare la nostra missione, che è quella di espandere la Luce e di riunire ciò che è sparso.

      La LM tradizionale,infatti, ha l’obiettivo di spiritualizzare gli individui e di integrarli nel loro stato primitivo.

  3. Lorenzo

    Grazie per le tue parole.
    Nelle filosofie orientali che fanno parte della mia vita, ogni giorno pressoché da sempre, vi è una visione circolare…la morte è un passaggio. In occidente mi stupisco sempre che, invece, è un argomento che non si affronta, si vive come se non si dovesse morire mai.
    Se invece siamo consapevoli che si ha un tempo limitato con questo corpo in questo momento allora si gode di più ogni momento e si dà maggior valore ad ogni cosa.
    In attesa di una nuova avventura, una nuova vita. Portandoci dietro tante cose e ritrovandole in quelle nuove. Persone comprese.
    Del resto succede che diciamo “mi sembra di conoscerla da una vita quella persona”

    Grazie per ricordare Bosso e per la tua sincera commozione, è bella e fa bene a chi la legge. Per lo meno a me fa questo.

    • Gabriele

      L’essere umano (e probabilmente anche il regno animale e quello vegetale, per effetto dell’istinto) teme quello che non conosce o non ha mai conosciuto. Sicché l’uomo non teme la vita pur non conoscendola prima di venire al mondo, ma teme la morte pur non avendola mai conosciuta e prima di doverla conoscere.

  4. Santino Rizzo

    È vero che la morte fa parte della vita , però l’importante che arrivi dopo che ognuno ha realizzato il proprio percorso , specialmente chi si impegna per il bene del prossimo.
    Grazie Illustrissimo Gran Maestro per le tue perle di saggezza.

  5. Massimo Bianchi

    Canta Jago nell’Otello:”la morte è il nulla”.
    Una affermazione opposta alla speranza che le religioni infondono di una vita migliore postmortem alla condizione che tu abbia fede.
    Con il trascorrere degli anni e avvicinandosi la scadenza questa speranza”di un mondo migliore “cerca di lenire il timore dell’ignoto.
    Buon weekend al GM e ai fratelli.

  6. Massimo La Via

    Mi sono sempre chiesto se la morte fosse una bieca mietitrice o, piuttosto, una pietosa levatrice. Non sono mai riuscito a dare una risposta certa, perchè essa sembra interpretare, con estrema leggerezza, entrambe le parti. Non sappiamo perchè siamo venuti al mondo, potremmo dire, ma sappiamo con certezza che lo dovremo lasciare. La vita non è altro che la narrazione di un viaggio personale, in cui non conta la meta, ma il viaggio stesso. Come lasceremo questa vita non ci è dato sapere, nè come nè quando. Ma ci è lasciata la libertà di affrontare questo momento con la consapevolezza, e la serenità, di chi ha vissuto con pienezza la vita e non lascia rimpianti. Sapendo che la morte non è altro che una trasformazione, non una fine.
    Grazie GM per la bella riflessione a cui ci hai consentito di partecipare.

  7. Giampaolo Pagiotti

    Si nasce tutti più o meno allo stesso modo
    Si vive a seconda della fortuna iniziale famiglia ceto nazione citta
    Poi c’è la voglia di vivere e lottare quella noi l’abbiamo dentro.
    La morte… c’è chi muore e chi è immortale. non è morto Dante. Leonardo Michelangelo. Verdi potrei elencare centinaia
    Questo geni italiani saranno sempre nei millenni con noi negli occhi nelle orecchie nella nostra vita. Poi noi comuni mortali resteremo vivi per i nostri cari sempre che abbiamo seminato bene.
    La resurrezione un argomento vasto lo lascio ad ognuno di noi a secondo del percorso iniziatico intrapreso
    Un Tfa Amico GM

  8. Paolo Fontanive

    Negli anni della mia professione ho compilato decine, centinaia di certificati di morte.
    Quando il trapasso segnava la liberazione dalla sofferenza fisica o il naturale spegnersi della vita nell’anziano, sempre il pianto di chi rimaneva ha accompagnato questo momento. La perdita del proprio caro, la ” morte dell’altro” crea tristezza, patimento, dolore. La “morte di noi stessi” come sarà sentita ed affrontata nell’avvicinarsi agli ultimi momenti? Per chi ha Fede c’è la speranza di una vita eterna; per chi non crede, l’etica del comportamento può dare la più alta dimensione di significato alla vita umana.
    Christiaan Barnard: “il primo scopo è alleviare la sofferenza e non prolungare la vita; se non allevia la sofferenza, ma solamente prolunga la vita, la cura dovrebbe essere interrotta”.

  9. salimbeni luca

    Ill.mo e Ven.mo GM, purtroppo per me questo problema lo devo affrontare tutti i giorni. Il fenomeno della morte inevitabilmente fa parte della verità della vita e come tale non può essere nè tralasciato nè respinto nell’inconscio e neanche nascosto nel corso del processo educativo dell’uomo. Essa fa parte dell’essenza della vita,costituisce la fine inevitabile di ogni uomo. La morte “naturale” è dovuta ad un consumarsi delle energie vitali e si verifica negli anziani, diverso il caso quando la morte sorprende un giovane che non può possedere questa coscienza del compimento della vita, è inattesa, come se fosse contro natura. Seneca diceva, per alleviare il tormento della morte precoce, ” la vita è lunga se è piena”. La verità sulla realtà della morte deve portare al “realismo della fede”. E’ Dio che decide quando nasci e quando muori. L’uomo deve abbassare la testa a questa volontà divina. Vivi e quindi muori. Rinchiudendoci nei limiti del tempo, la morte dà senso e valore a ogni momento della vita e il valore è misurato dalla possibilità di utilizzarlo per realizzare il bene. A tal proposito, Voltaire diceva “ogni uomo è colpevole di tutto il bene che non ha fatto”. La coscienza della morte che ci attende ci costringe a riconoscere l’importanza del tempo che passa. Deve diventare responsabilità del modo di vivere. “Chi non stima la vita,non la merita” (L.da Vinci). Il dono che il Creatore lascia a chi muore, è il dono della sua memoria negli altri, Così cresce la storia della Umanità. Ecco che il giudizio di Dio è sì importante quando ci troveremo davanti a Lui, ma è importante anche il giudizio di chi resta e ti giudicherà per quello che hai fatto e per come ti sei comportato. Il Giudice Livatino, ucciso dalla mafia, diceva: “quando morirai Dio non ti chiederà se sei stato credente,ma se sei stato credibile”. Mi fermo qui, purtroppo non ho il dono della sintesi, tranne che nel mio lavoro che mi obbliga a farla, chiudendo con il grande Cecco Angiolieri: “non è vero che la morte sia il peggior di tutti i mali, è il sollievo dei mortali che son stanchi di soffrir”. Con il tfa Luca Salimbeni

  10. Gaetano Rosato

    Carissimo Gran Maestro, la frase di Ezio Bosso sintetizza una grandissima verità, quasi ovvia, ma sulla quale non si riflette mai abbastanza. L’idea della morte, per noi uomini, richiama lacrime, distacco, abbandono, traumi, sofferenza. Ed è vero che essa genera tutto ciò, nei sentimenti e nello spirito di chi resta e continua a vivere. Ma è solo un atto di egoismo, dettato dalla percezione che per il futuro non potremo più godere del rapporto e della presenza fisica della persona morta.
    In realtà, come recita Fernando Pessoa in una sua bellissima poesia sul tema “La morte è la curva della strada, morire è solo non essere visto. (…) Mai nessuno s’è smarrito. Tutto è verità e passaggio.”
    La morte, apre solo un nuovo inizio, un nuovo orizzonte.
    Grazie infinite, per un viaggio che è sempre più interessante.

  11. andrea

    Venerabilissimo G.M. , Cari Viaggiatori

    ” Da grembo a tomba … ” è l’inizio di una frase di un bellissimo film il cui titolo è : Cloud Atlas ma secondo me non è proprio così; l’unica cosa certa della vita è la morte , può sembrare un paradosso ma se uno ci pensa bene è così .
    Un viaggiatore ha scritto che quando una persona ha vissuto la propria vita, con alti e bassi, con soddisfazioni e delusioni, insomma quando ha raggiunto una certa età la possiamo tollerare
    Ho sempre avuto paura di parlare di questo argomento, una paura atavica ed ancestrale, non riesco ancora ad accertarla nonostante il mio percorso iniziatico ed i consigli dei Fratelli . Sbaglio ? forse si, ma la parola morte mi fa ribrezzo, non tanto su di me ma per chi mi sta vicino , familiari, parenti, Fratelli amici.
    Penso quindi esisto, dovrei essere razionale di fronte a questo atto ineluttabile,ma non ci riesco .
    Morte e rinascita ha valore per noi iniziati , non credo nel mondo profano .

    Grazie G.M e grazie Viaggiatori

  12. ENZO

    Vorrei dare il mio contributo citando i versi di D. H. Lawrence:
    Non mi fu mai dato di vedere un animale in cordoglio di sé.
    Un uccelletto cadrà morto di gelo giù dal ramo senza aver provato mai pena per se’ stesso.

  13. Aldo Cozzi

    Caro G M, alcuni giorni fa’ ha assunto un aspetto virale lo sguardo, indignato a dir poco, di quella bimba che dopo un parto cesareo, di pochi attimi , guardava il medico che l’aveva fatta nascere…della serie , ” perché l’hai fatto”….sempre nel web e’ stato virale il dialogo fra due gemelli, pensato a pochi giorni prima della nascita, uno crede che ci sarà una vita anche fuori il grembo della madre, l’altro no, e spiega che quella nel grembo e’ l’unica sola vita esistente che lui ammette…..questo per esprimere che noi in realtà moriamo quando nasciamo….e sicuramente nasciamo quando moriremo a questa vita….non vi e’ dubbio anche per me ….a questo ciclo noi ci prepariamo anche con la nostra iniziazione e nei vari passage di grado…..ma nonostante tutto, come uomini non siamo portati a questa tranquilla certezza….qualcuno crede nel ciclo della metanpsicosi…ma anche in questi non rari casi il momento del passaggio e’ vissuto con diffidenza e paura …..i vari cicli, che possiamo misurare, quello dell’acqua, delle stagioni, ecc….non ci rassicurano ne ci convincono fino in fondo….l’attaccamento alla vita come conosciamo ora e’ come la gravità ….quasi invincibile…..vorrei finire per ricordare le parole di un filosofo del passato, che affermava ” non abbiate paura della morte , quando c’e’ lei , non ci sarete più voi….” Noi siamo convinti che ci sarà dell’altro ….da fare ……

  14. Claudio

    Buongiorno GM e fratelli viaggiatori . È proprio il viaggiare che caratterizza la nostra esistenza . Viaggiare può avere il senso di porre dietro le spalle la vita, oppure di mangiarla, metabolizzarla o esorcizzarla se si individua la morte come Stop inevitabile di tutto. Ezio stupisce per la sua disabilità, per la forza con quale vive( o meglio ha vissuto) perché non si percepisce mai ne un senso di commiserazione o compassione per se stesso ma per la evidente assenza della paura della sofferenza . Non mi sembra di vedere in lui la paura della morte che verosimilmente gli aleggiava sopra . Ezio mi ha suscitato un senso di ammirazione non solo perché condivido il suo modo di porsi ma anche per il messaggio che io colgo ( non so se sia solo io a coglierlo). Non è della morte che bisogna avere paura ma della sofferenza che può portarti alla morte prima del tuo io e poi del tuo corpo . Tfa Claudio Solinas

  15. Pasquale Cerofolini

    Cari Viaggiatori Caro SGM ,

    nelle parole di questa poesia diEzio Bosso , troviamo la Sua riflessione sulla vita e sul Suo vivere e di conseguenza ci rendiamo conto , chi Fisicamente non è più con Noi , ma quanto Spiritualmente ci ha lasciato in questo nostro Presente :

    Sono in ogni nota che ho curato
    Esisto in ogni nota insieme
    Alle mie sorelle e fratelli
    Figli o nipoti
    Sono ogni nota studiata
    Suonata e donata
    Amata
    perché non c’è nota che non ami
    E che non abbia amato

    Sono rinato
    Nota dopo nota
    Una nota alla volta
    Fino ad abbracciarle tutte

    Mi mancate
    Quel sorriso che mi date
    È dura
    Il corpo non distratto dalle vostre note
    Cura e terapia
    E in ogni nota che sto curando
    Preparando, studiando
    Ci siete
    In ogni nota
    E saremo
    Ogni nota

    TFA vostro Fratello Pasquale Cerofolini

  16. Gin Zampa

    Grazie G:.M:. per il lavoro che fai per noi!
    Su questa terra siamo viaggiatori, come iniziati viaggiatori specializzati “astronauti!”: come astronauti viaggiamo tra Stelle e pianeti verso la Grande Luce, tutto quello che ci capita o che vogliamo ci capiti va solo scritto per i Fr che arriveranno dopo! qualche volta abbiamo compagni straordinari, di questi dobbiamo raccontare il più possibile! altre volte dobbiamo avere la coperta della tolleranza anche davanti allo specchio! Ogni tanto ci capita di cambiare frequenza, velocita’, spazio, tempo, un lavoro da iniziati! tutto il resto è commedia o tragicommedia!

  17. Raffaele Macarone Palmieri

    Mi perdonerai, caro Stefano, se ritorno sull’argomento, come è tollerato nelle nostre Logge almeno una volta durante la tornata, in seguito alla lettura di un libro su “Re Menandro il Conquistatore”, re indo-greco che dominava nel II secolo a.C. nell’India nordoccidentale, opera di Mirko Rizzotto. Menandro ebbe un forte interesse per il buddismo ed è il protagonista di una importante opera “Le domande di Re Milinda”, che era lo stesso Menandro, in cui sono trattati in forma di dialogo con un monaco i problemi più importanti del buddismo.

    C’è una vita dopo la morte? Chi nasce e chi muore? Come comprendere la nozione di rinascita?Formidabili, inquietanti e eterne domande, caro Stefano. L’insegnamento dello studio della filosofia buddista immagina la vita non in maniera lineare ma nella prospettiva ciclica di un concatenamento, senza inizio nè fine, di nascita, di morte e di rinascita. Questa prospettiva ciclica naturale evita la trappola degli estremi, eternalisti o nichilisti, e chiarisce la realtà della transitorietà e della interdipendenza; è al centro, al cuore della comprensione di coscienza, della nostra esperienza e del mondo che viviamo, e ci permette di ben comprendere la nozione di rinascita e le sue implicazioni etiche e spirituali dei nostri atti, nella vita di tutti i giorni.

    L’obiettivo del tuo stimolo penso sia quello di farci riflettere e farci uscire da una visione lineare della vita e della morte, per comprendere come la vita umana sia inserita nei cicli della natura e di vivere in armonia con la stessa; di renderci, inoltre, conto del malinteso della cosiddetta reincarnazione e comprendere ciò che si intenda per rinascita ; e, infine, di scoprire la ruota della vita che chiarisce l’origine e l’interdipendenza della vita e della coscienza.

    Mi permetto di confermare il tuo stimolo che è quello di comprendere che la vita è nascita e morte e di scoprire i fondamenti dell’interdipendenza dei fenomeni e l’esperienza liberatrice del non-sé.
    Questo è il nostro compito-da-casa…per lungo tratto, immagino!

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