Continuare a “vivere”

Cari viaggiatori,
se l’associazione Vattelapesca avesse riunito al palacongressi di Rimini l’11 e 12 settembre del 2020 rispettivamente 1800 e 1900 persone e non avesse fatto registrare neppure un contagiato si sarebbe gridato al miracolo, alla capacità organizzativa, al senso di responsabilità dei partecipanti. E sarebbe stato giusto farlo. Se, invece, l’11 e 12 settembre si sono riuniti i massoni del Grande Oriente d’Italia solo i dirigenti del palacongressi di Rimini hanno esaltato la performance, frutto della loro professionalità, del senso di responsabilità dei liberi muratori presenti e all’efficiente servizio d’ordine. Racconto questa storia perchè è importante valorizzare quelle esperienze che consentono di poter dire “siamo ancora vivi e vogliamo vivere”. Ho scritto più volte che se fuori piove e vogliamo uscire dobbiamo prendere l’ombrello. In tempi di Covid è indispensabile, prima ancora che obbligatorio, misurare la temperatura, tracciare gli ingressi nella struttura, indossare la mascherina, lavarsi le mani spesso, utilizzare il gel, mantenere le distanze e scaricare l’app Immuni. A Rimini tutto questo è stato fatto e, accompagnati dalla fortuna, è andato tutto bene. Un insegnamento per chi vuole “vivere” al tempo della pandemia.
Buon viaggio

5 commenti a “Continuare a “vivere”

  1. Marcello Mersi

    E noi, carissimo G.M., vogliamo vivere! Eccome se vogliamo vivere, con tutti gli accorgimenti necessari, con tutte le precauzioni possibili. Noi vogliamo continuare la nostra vita, vogliamo continuare a vivere la nostra Istituzione. Rimini è un esempio di organizzazione, di concretezza, di capacità e, come dici Te, anche di fortuna, ma la fortuna “aiuta gli audaci”. Un abbraccio forte a Te e a tutti i Viaggiatori.

  2. Raffaele Macarone Palmieri

    Caro Stefano, ho letto con interesse questa tua nota di compiacimento, assolutamente giustificato, per aver saputo coordinare e dirigere un evento così importante, in fase 3 della pandemia Covid-19 quando già c’erano le avvisaglie della seconda ondata, come la Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani nell’11 e 12 settembre u.s. a Rimini, che ha visto partecipare ben 1800 e 1900 Fratelli Maestri, rispettivamente… e io ero uno tra quelli.

    Mi ricordo l’appropriato richiamo che mi hai fatto perché mi intrattenevo, con l’amico Giorgio Facchini al suo desk promozionale ed espositivo, con la mascherina abbassata al mento. Tutto giustissimo, comprendo anche la tensione e la preoccupazione di gestire, senza incidenti con inevitabili e conseguenti titoloni sui giornali e anche, diciamolo francamente, qualche critica interna per un evento fortemente voluto per rinsaldare quella nostra Fratellanza, ora molto di moda anche altrove, che avrebbe potuto conoscere momenti di sfilacciamento per un prolungato periodo di assenza di ritualità e di mancati incontri di persona tra Fratelli.
    L’evento, invece, è perfettamente riuscito, nonostante fosse iniziato con un dispositivo giornalistico ‘a orologeria’ comparso su un noto e serio giornale di economia, cronaca, borsa, finanza…l’organizzazione della manifestazione e le misure di prevenzione del contagio sono state rigide, sì, ma garbate e rassicuranti, condotte da persone del PalaCongressi e anche da Fratelli evidentemente formati ad hoc.
    L’ausilio prezioso della Segreteria del GOI ha contribuito al successo della Gran Loggia.

    Non penso sia stata questione di fortuna…penso che dietro un successo ci sia sempre qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa e per dirla con un grande sportivo, che a molti piacerà, come Michael Jordan: “con il talento si vincono le partite, ma è con il lavoro di squadra che si vincono i campionati”.

    L’insegnamento, per chi vuole vivere, e anche vincere, al momento dell’era Covid-19 è stato perfettamente recepito.

  3. Pasquale Cerofolini

    Caro SGM Stefano ,
    Cari Viaggiatori ,

    con l’intelligenza e la volontà concreta , si possono fare ed organizzare incontri di socialità tra le persone importanti , nella forma corretta di ‘sicurezza igienica’ e di ‘distanziamento fisico’ .
    Ho già scritto precedentemente quanto tutto ciò è stato possibile a Rimini con grande impegno e con numeri importanti , come anche ad un congresso LIONS 108La ad Arezzo dove i numeri dei partecipanti erano minori(circa 300) ma pur sempre impegnativi .
    E’ stato dimostrato quindi , quanto sia possibile , nel rispetto civico intelligente confermare ‘il vivere tra le persone’ anche in tempo di COVID .
    Auguro che queste ‘dimostrazioni reali’ di possibile continuità sociale tra le persone (che sicuramente non saranno state le uniche in Italia ), per la loro capacità organizzativa , siano state nel ‘silenzio’ attenzionate e che il loro messaggio subliminale ‘silenzioso’ di fattibilità , sia di insegnamento .
    Ottenere il risultato è conseguenza di formazione e informazione civica , forte e chiara .
    Buon Viaggio a tutti.
    TFA
    P.C.

  4. Luca D'Amico

    Peccato, G.M. Bisi, che tale avvenimento non sia stato usato come “caso studio” per consentire, ovviamente in sicurezza e con la collaborazione di tutti i partecipanti, lo svolgimento di altri avvenimenti simili.

    La situazione, da allora al momento in cui scrivo (mercoledì 21 Ottobre 2020), è cambiata, soprattutto a livello mediatico, ma un tale accadimento, che ha portato quasi 2.000 persone a riunirsi dopo mesi di eventi pubblici rimandati, è stato un gran successo.

    Perché non proporlo come esempio di “convivenza” tra noi e il virus? C’è dello snobismo verso il GOI, in questo comportamento? E quindi ci si vergogna nell’ammettere un ottimo risultato?

    Dispiace. Dispiace sia a livello umano, in quanto – sempre se ci dovessimo trovare di fronte ad una “vergogna” – si trattano certi cittadini come cittadini di “Serie B”, e sia a livello organizzativo, perché non applicandosi, non si imparerà nulla di fronte a situazioni simili. E in questa momentanea nuova realtà, nella quale dovremmo convivere con il virus ancora per un tempo indefinito, è da incoscenti non studiare e applicare soluzioni che consentano a tutti noi di vivere lo stesso.

    Mi scuso in anticipo se tale commento possa apparire come polemico, ma è una mia riflessione su tale avvenimento che non vuole far polemica con nessuno.

    Luca D’Amico

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