L’emergenza esistenziale

Cari viaggiatori,

in un’intervista al quotidiano Avvenire, la presidente emerita della Corte costituzionale Maria Cartabia ha parlato di un tema che va oltre l’emergenza economica. Afferma che l’emergenza sanitaria “sta portando con sé, oltre che una crisi economica, un’emergenza esistenziale, forse anche spirituale, che non deve essere sottovalutata e alla quale sono esposte soprattutto le giovani generazioni”. E spiega che cosa intende per emergenza esistenziale: “Se c’è una caratteristica che contraddistingue in modo evidente questo nostro tempo, è il senso di insicurezza e precarietà che la pandemia porta nella vita di ciascuno, a livello personale e nella dimensione collettiva. Viviamo nell’incertezza, esposti a variabili indipendenti dalla nostra volontà e questo genera paura, ansia. Viviamo giorno per giorno, ma gli orizzonti spazio–temporali tendono a chiudersi su se stessi e perdiamo la capacità di pensare con pensieri lunghi, rivolti a progetti che non si esauriscano nell’immediato. Il virus che si propaga in questa pandemia lascia per molto tempo nel fisico una stanchezza anomala: occorre vigilare affinché questa non prosciughi anche le energie morali. Dobbiamo prevenire un secondo spillover della malattia, che dopo aver colpito l’umanità nel corpo non ne intacchi l’animo. Ad essere esposti a questo spillover sono soprattutto i giovani. Verso di loro, che saranno chiamati alla grande ricostruzione, portiamo una enorme responsabilità”.

L’emergenza esistenziale è provocata anche dalla contrazione delle relazioni. La vita delle associazioni è una delle attività che non fanno sentire soli, che sviluppano il senso di comunità.

Buon viaggio

6 commenti a “L’emergenza esistenziale

  1. Marcello Mersi

    Carissimo G.M., la situazione attuale che tutti noi oggi stiamo vivendo non è solo di carattere sanitario, ma investe in modo importante la sfera esistenziale, morale, spirituale e psicologica di tutti noi. Abbiamo bisogno di un aiuto specifico, di un ascolto nuovo che “curi” la solitudine, il senso di precarietà, fragilità e paura che hanno improvvisamente investito in modo traumatico le nostre vite a causa della pandemia. Nel nostro paese e nel mondo, oltre alle persone direttamente colpite dal virus e il personale sanitario che li assistono, ci sono milioni di uomini, donne, anziani, bambini, giovani, obbligati a stare in casa per evitare il contagio e il propagarsi del virus. Una condizione non solo inaspettata per tutti, ma impensabile fino a pochi mesi fa. La perdita di un nostro caro, la paura di contrarre la malattia, la preoccupazione per i nostri familiari, magari fragili, la solitudine, la paura del futuro, l’incertezza economica e lavorativa stanno generando ansie, stress, depressione, disturbi somatici, etc. e accentuano quelli già presenti. Penso a tutte le persone anziane sole, che rappresentano la popolazione più a rischio di contrarre il virus e alle loro famiglie, che devono gestire una situazione resa ancor più difficile da questa emergenza. Per non parlare della drammatica situazione in cui versano gli anziani che vivono nelle RSA e le operatrici e gli operatori che li assistono. Ricordo che nel mondo, secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, circa 800.000 persone muoiono ogni anno per suicidio, ritenuto la seconda principale causa di morte tra i 15 e i 29 anni. Il tasso di mortalità per suicidio in Italia è pari a 6 per 100mila abitanti. Tale quota aumenta con l’età, passando da 0,7 nei giovanissimi (fino a 19 anni) a 10,5 negli anziani, con valori 4 volte maggiori nei maschi rispetto alle femmine. “Non c’è salute senza salute mentale” afferma l’OMS. Questa pandemia potrebbe comportare un danno alla salute psicofisica dai costi umani ed economici incalcolabili, che va assolutamente prevenuta e curata senza perdere tempo prezioso. Un abbraccio forte a Te e a tutti i Viaggiatori.

  2. Carlo Spinatelli

    Dalla speranza alla fiducia.
    Buonasera carissimo Stefano, non vale molto dolersi per le conseguenze, se non attuiamo un pur blando progetto per il futuro. Tutti parlano sulle cause, nell’emergenza senza alzare lo sguardo per proporre un futuro. Futuro che arriverà comunque a dispetto di tutti noi. Con o senza la nostra personale presenza a detta della informazione. Quest’ultimo è il sentimento che mi pervade ogni volta che guardo un TG o leggo giornali. Non mi resta che la speranza di cavarmela come diceva qualcuno.
    Allora bisogna cominciare a guardare alla fiducia.
    Questo passo si può fare solo se siamo consapevole della nostra forza interiore. Quella sicurezza che ci è data del non sentirci soli ma partecipi di un progetto sociale ampio. Questo manca. Nessuno parla del nostro futuro, non prossimo che sarà comunque legato alla pandemia, ma quello dell’orizzonte che si può vedere solo drizzando la schiena ed alzando lo sguardo. In considerazione della mancanza di vedute lunghe da parte della politica, il ruolo fondamentale è affidato a tutte le associazioni “libere” le quali essendo luoghi di ascolto riescono nel confronto ad alleviare il clima di disperazione che si respira quotidianamente.
    Quindi il mio auspicio per tutti noi è quello di chiudersi per il tempo necessario in noi stessi, ritrovare il nostro equilibrio, le nostre visioni. Progettare il futuro a discapito del virus, per poter mettere a disposizione di tutti la nostra forza morale e così cercare di aiutare ognuno ad alzarsi.

    PS: mi sono stupito di leggere “spillover” da parte della presidente emerita della Corte costituzionale Maria Cartabia, avrei sicuramente preferito di leggere “salto da una specie ad un altra”. Le istituzioni e soprattutto i funzionari pubblici devono usare un linguaggio capibile da tutti.

  3. Raffaele Macarone Palmieri

    In questi mesi stiamo riscoprendo, caro Stefano, lo scopo della nostra esistenza a causa dell’amaro risveglio introspettivo determinato dal SARS-CoV-2. Il bilancio della pandemia è pesante: a ieri, secondo l’accreditato Centro della JHU di Baltimora, 81 milioni sono stati gli infettati e 1 800 000 i morti. Il virus ha paralizzato l’economia mondiale, ha approfondito il divario sociale, ha messo in ginocchio il settore finanziario, ha creato “angoscia esistenziale” in tutti, chi più chi meno.

    I virus hanno sempre fatto parte della vita del nostro pianeta, anzi si sono affacciati alla vita ben prima delle forme complesse, si sono adattati a cellule ospiti per sopravvivere; utilizzano tutti i possibili vettori per diffondersi : aria, batteri, piante, insetti, mammiferi, noi…ma la loro diffusione dipende soprattutto da fattori ambientali. Una semplice mutazione del simpatico virus, il salto di cui parla la Presidente – lo “spillover” – è stato sufficiente per mettere in ginocchio l’umanità, una piccola causa che porta grandi effetti, come spiegava Lorenz con la Teoria del Caos…” Può un battito d’ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas ?” La risposta è sotto gli occhi di tutti.

    Questa pandemia ci rivela l’enorme fragilità della nostra organizzazione sociale, della nostra interdipendenza amplificata dalla globalizzazione, della vulnerabilità delle connessioni che abbiamo costruito. Ciò non vuol dire, certamente, che dobbiamo ritornare al passato.

    Dobbiamo, come ci insegna la Medicina, curare prima le nostre attuali ferite e stiamo intraprendendo, con successo, questa via con l’ausilio formidabile della Scienza con i vaccini, gli anticorpi e i farmaci. Pur dedicando a questa parentesi pandemica tutta l’energia necessaria, dobbiamo cominciare a ripensare, come tu ci stimoli, ad un nuovo ordine planetario. Fondamentale sarà il lavorare ‘insieme’ con un lavoro collettivo e civile che riunisca tutti i saperi e le conoscenze per ripensare le interazioni con tutto ciò che ci circonda, soprattutto con la Natura che ci ha espresso e ci permette di esistere. Penso che soltanto grazie a tale “Santa Alleanza” potrà emergere una società umana nuova, più sana, più vitale e più giusta nei valori umanisti che ci sono propri.
    Altrimenti, cari viaggiatori, penso che dovremo aspettarci altri effetti farfalla.

  4. Pasquale Cerofolini

    Caro SGM Stefano ,
    Cari Viaggiatori ,

    grazie , ritengo l’intervista della Presidente Emerita della Corte Costituzionale Maria Cartabia ‘L’emergenza esistenziale’ , importante ed interessante .

    Ho una visione personale che si differenzia dalle valutazioni proposte che mi fa piacere esporre nella speranza di solleticare un angolo di lettura diverso su cui riflettere.

    Premetto che molte , nel corso delle ‘ere umane’ passate , dei millenni e secoli passati, sono state le manifestazioni ‘pandemiche’ nei differenti momenti di vita che si sono presentate a Noi ‘umani’ , soggiornando con Noi assieme , in tempi più o meno lunghi , creando tragedie anche di estinzioni cicliche , per poi sparire vuoi naturalmente , o , sparire vuoi (ma solo ed esclusivamente in tempi più recenti del secolo scorso) in virtù delle cure efficaci trovate grazie alla scienza chimico-medica ; fenomeni quindi che ci hanno accompagnato e ci accompagnano , da sempre , nella ‘evoluzione umana’ dei tempi condizionanti in cui essa nasce e si evolve .

    La fragilità di fronte a questi accadimenti , per me , interesserà molto più le generazioni adulte che mi riguardano , che le giovani generazioni le quali hanno una ‘ capacità di resilienza che nemmeno immaginiamo .

    La fragilità di una organizzazione più o meno capace , a fronteggiare e soluzionare , è umanamente normale di fronte a cose che non conosci , e non per questo dobbiamo Noi adulti sentirci in colpa o responsabili degli accadimenti stessi .

    Desidero da ottimista propositivo quale sono , valutare ( …. “il senso di insicurezza e precarietà che la pandemia porta nella vita di ciascuno, a livello personale e nella dimensione collettiva” …. ), la spinta a superare positivamente e assieme ai giovani questo momento( spillover docet) , ritrovando e capendo Noi adulti per primi che ( … ” L’emergenza esistenziale è provocata anche dalla contrazione delle relazioni. La vita delle associazioni è una delle attività che non fanno sentire soli, che sviluppano il senso di comunità.”…. ) , la soluzione sta nella necessità del ritrovare l’equilibrio dei doveri , umani , morali , etici e ambientali ; il tutto verso una futura dimensione del vivere più ‘cognitiva emozionale’ che pragmatica(nella certezza intelligente che la razionalità rimarrà si esistente , ma al servizio di importanti e costruendi valori universali , anche se ancora oggi sono di difficile attuazione nella organizzazione del vivere ).

    Credo per Noi ( … uomini e pensatori liberi , convinti da sempre , di una Via nella direzione di una società universale dei valori , nel rispetto tollerante delle diversità … ), essere arrivato un momento storico di ulteriore impegno da svolgere .

    TFA

    PS.: propongo e ritengo interessante la lettura del libro di Yuval Noah Harari ( Israle 2011) , edito in Italia da Bompiani nel 2014 – sedicesima ristampa ad oggi 2020 , dal titolo : – Sapiens – Da animali a dèi –

    Fr. Pasquale Cerofolini – Logia Fenix 127 – GL Simbolìca Paraguay –

  5. MMC

    “Dobbiamo prevenire un secondo spillover della malattia, che dopo aver colpito l’umanità nel corpo non ne intacchi l’animo”. Non so, ma per quanto mi intenda io delle umane cose (ovvero molto poco), posso dire che questo virus ha già attaccato l’animo di qualcuno, anzi peggio: l’anima di qualcuno. Per esempio la mia. Un saggio ha scritto: “E’ stato molto tempo fa. E ora non so più nulla di lei che una volta era tutto. Ma tutto passa”.

  6. Ottavio Spolidoro

    Non sono un medico ma nella mia famiglia tanti sono stati medici. Alcuni libri a me incomprensibili conservo; una serie di volumi come il Cantani che attirano la mia attenzione solo per i titoli. Di questa tradizione conservo quello che mi è stato detto e tra queste una cosa che mi sembra attagliarsi all’invito del nostro GM; eccola: si cura il malato non la malattia. Non so altro di questa frase. Appartengo professionalmente al mondo del diritto e mi sovviene spesso una frase, tanto da averla usata in una relazione finale a chiusura di una procedura concorsuale per invocare, innanzi al Giudice delegato, maggior tutela per un cittadino; eccola, tratta da “ l’uomo senza qualità “ di Musil : fiori di ghiaccio nel cervello dei giuristi. Ecco la Cartabia da grande giurista esprime quella capacità, quella bellezza che nella forma di fiore “riscalda” il ghiaccio della norma positiva. Dai tempi del definitivo tramonto di DiKe saltato è quell’equilibrio tra natura e legge come magistralmente ci insegnano in uno straordinario libro Natalino Irti e Massimo Cacciari. Quel sole è tramontato tutto è convenzione e contratto esposto quindi al più forte al più ricco e via via facendo saltare o corrompendo, fino al più violento. Ed ecco il giurista recuperare alla norma l’umanità il diritto della persona della sua esistenza.
    Saluti ai viandanti

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