Rileggere Carlo Rosselli

Cari viaggiatori,
fa bene allo spirito e alla mente la rilettura del pensiero di Carlo Rosselli, assassinato 83 anni fa insieme al fratello Luigi.
Scriveva Carlo: “Il problema italiano è essenzialmente un problema di libertà; senza uomini liberi, nessuna possibilità di Stato libero. Senza coscienze emancipate, nessuna possibilità di emancipazione delle classi. Il circolo non è vizioso. La libertà comincia con l’educazione dell’uomo e si conclude con il trionfo di uno Stato in cui la libertà di ciascuno è condizione e limite alla libertà di tutti”. E la scuola è un luogo privilegiato per l’educazione dell’uomo, che vuol dire imparare le nozioni e il dialogo con gli altri. Un luogo privilegiato e, come diceva Piero Calamandrei, alla lunga più importante del parlamento e della magistratura perchè è nella scuola che si forma la coscienza del cittadino libero.
Buon viaggio

Parole controsenso: Fraternità

Cari viaggiatori,
lo scrittore Erri De Luca, nel suo ultimo libro, parla della parola Fraternità. Vi propongo il suo pensiero: “Gli ho raccontato il sentimento della fraternità. Sta insieme a libertà e uguaglianza nelle parole della Rivoluzione francese. Per una libertà, per un’uguaglianza ci si batte per ottenerle o per difenderle. Per la fraternità non si può. Cos’è allora? È il sentimento che tiene insieme le fibre di una comunità, ne rinforza l’unione e produce l’energia necessaria a battersi per libertà e uguaglianza. La fraternità è il sentimento politico per eccellenza. Non esclude nessuno”. Tempo fa su questa parola, un po’ desueta, intervenne il direttore di Civiltà Cattolica, Antonio Spadaro. Scrisse che la Fratellanza aveva un valore superiore alla Solidarietà.
Buon viaggio

Di chi è il cielo stellato

Cari viaggiatori,
nelle notti d’estate siamo più predisposti a guardare il cielo stellato. Sul quotidiano La Repubblica, il giornalista Riccardo Luna ci ha ricordato che una delle massime più celebri della filosofia è questa: “il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me”. Luna aggiunge: “Sono le due cose che riempiono l’animo umano di ammirazione e venerazione nuova e crescente, secondo Immanuel Kant e che sono scritte sulla sua tomba. La legge morale, si sa, varia in base a diversi fattori culturali, ma anche il cielo stellato non è più quello di una volta. E non c’entra il coronavirus: dipende da Elon Musk. Se lo guardate bene in queste notti d’estate dovreste riuscire a scorgere delle file di luci bianche che si muovono rapidamente come se fossero un trenino spaziale (o le astronavi marziane in procinto di invaderci se vi piace la fantascienza). Sono i satelliti di Elon Musk”.
Devo ammettere che non ho visto il “trenino spaziale” che, ci ricorda Luna, si può capire quando e dove passa attraverso un sito web. Confesso che non andrò a cercarlo ma quel tempo lo impiegherò per vedere il cielo stellato sopra di noi, che appartiene solo all’umanità. In fondo ogni sera vedono quelle stelle i disperati che arrivano con i barconi sulle nostre coste siciliane e chi può ammirare il cielo di notte da comodi balconi. Riccardo Luna ci consiglia il libro “Il cielo è di tutti”; lo ha scritto l’astronoma Patrizia Caraveo che a un certo punto dice: “Il cielo stellato è un patrimonio dell’umanità, oltre che delle altre forme di vita del nostro pianeta. Questa non significa che gli astronomi non capiscano l’utilità sociale dell’illuminazione notturna o della connettività per chi vive in una regione non coperta, chiedono solo che i loro sforzi, finanziati con denaro pubblico, non vengano vanificati in nome del profitto”.
Buon viaggio

Diario di viaggio

Cari viaggiatori,
per chi ha seguito questo Diario nel periodo del confinamento c’è la possibilità di rileggere gli Appunti in un libretto che raccoglie le annotazioni che ho scritto tra il 10 marzo e il 18 maggio nell’anno pandemico 2020. In uscita a fine giugno in libreria il “Diario di Viaggio” è reperibile anche su www.tipheret.org/product/diario-di-viaggio/

Un arcobaleno ormai sbiadito, attaccato alla finestra, è un ricordo di
due mesi passati in casa per rispettare le regole stabilite dal
governo. #Andràtuttobene c’è ancora scritto e si riesce a leggere
questa frase. Era la parola d’ordine dell’inizio della quarantena. Ce
la siamo impressi nella mente per farci coraggio, per superare quella
che è stata una lunga traversata. Non tutti sono riusciti a vedere
l’arcobaleno in cielo dopo la tempesta. Non tutti hanno potuto vedere
di nuovo il sole, abbracciare un albero, cogliere un fiore. Oggi ci
possiamo chiedere se siamo riusciti a mantenere la calma anche durante
la tempesta. La temperanza, infatti, è la caratteristica che distingue
i navigatori da chi non dovrebbe imbarcarsi. All’inizio di questa
navigazione tempestosa ci siamo detti che #tuttoquestopasserà. Perché
tutto passa, ci sono nuove pagine della vita da sfogliare. E troveremo
nuove gioie e altrettanti dolori. Cercheremo di proteggerci dalle
bufere, convinti che sotto le nubi nere, cariche di pioggia, ci sono
le stelle. Non si vedono ma ci sono ad illuminare il nostro cammino.
Gli Appunti hanno aiutato nella traversata del mare in tempesta.
Buon viaggio

Quell’uomo normale

Cari viaggiatori,
tra i tanti pensieri che in queste ore vengono dedicati ad Alex Zanardi, ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale di Siena dopo l’incidente sulle strade di Pienza, ho scelto le prime fasi di un articolo di Emanuela Audisio su Repubblica. Scrive: “Ha cambiato l’immagine dell’uomo senza gambe. Quando il futuro sembrava fratturato lui l’ha rimesso in piedi. Ha costretto lo sport a non scartare i corpi amputati, dimezzati, zoppi. Non perché fanno pena, ma perché anche così valgono. E ha detto una frase che dovrebbe stare nelle scuole: È disabile chi ha poca stima di sé”.
Buon viaggio

A foglia morta

Cari viaggiatori,
ho provato migliaia di volte a tirare le punizioni a foglia morta come faceva Mariolino Corso, che oggi ha lasciato questa terra per intraprendere un nuovo viaggio. Se ne va un idolo della mia generazione di appassionati di calcio. Era un pilastro della Grande Inter di Helenio Herrera. Poco fa ho visto la foto di un derby Inter-Milan. In primo piano c’è il rossonero Roberto Rosato, morto dieci anni fa. Calcio di altri tempi. Più bello? Di sicuro più lento. Ma forse anche più affascinante.
Buon viaggio

Scuola. L’insegnamento di Favignana

Cari viaggiatori,
siamo sempre in attesa della data di riapertura delle scuole. Settembre pare il mese ma non ci sono ancora il giorno e le modalità di riapertura. Nel periodo del confinamento si è supplito con la cosiddetta didattica a distanza. Sono stati mesi complicati per ragazzi e genitori. In questa modalità di apprendimento sono “favoriti” gli studenti di Favignana, nelle isole Egadi.
Ho letto che qui “si prova a fare scuola digitale da circa vent’anni. Un’impresa non semplice, ma che durante l’emergenza dovuta all’epidemia di coronavirus non ha trovato impreparati insegnanti, genitori e studenti. E così la scuola si fa online, mescolando tecnologia a metodi tradizionali. Senza lasciare nessuno indietro”. A Favignana, per una parte dell’anno, i docenti e gli studenti fanno fatica ad arrivare e allora si sono attrezzati per imparare a distanza. Insomma, Favignana insegna che le piattaforme digitali non sostituiscono il professore in aula ma sono uno strumento in più. Da utilizzare alla bisogna.
Buon viaggio

La stecca. Di chi?

Cari viaggiatori,
in molti si sono scatenati contro Sergio Sylvester, il cantante scoperto da Maria De Filippi, che ha cantato l’Inno di Mameli all’Olimpico prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Juventus. Il cantante si è “inceppato” durante l’esecuzione. Successe anche a Celentano durante un festival di Sanremo. All’Adriano nazionale venne perdonata la stecca, a Sergio no. E’ vero che Celentano cantava “..chi non lavora…” e Sylvester il Canto degli Italiani, ma la violenza verbale sui social è stata davvero forte e sproporzionata rispetto alla stecca. Semmai ci sarebbe da chiedersi perché non ho letto (ma potrei essere stato lettore disattento) critiche a chi stava attorno al cantante con le mani incrociate. La mia maestra elementare Cosma Serchi, e poi i miei superiori durante il servizio militare, mi insegnarono che Fratelli d’Italia si ascolta, o si canta, stando sull’attenti. Più avanti con gli anni ho imparato che si ascolta, o si canta, con la mano destra sul cuore. Insomma, una libera scelta tra due opzioni. Né sull’attenti, né mano sul cuore ho visto nella tribuna dello stadio Olimpico. E neppure commenti critici ho visto o letto. Sulla stecca di Sergio Sylvester sì. Molti.
Buon viaggio

Ottimismo e Italia-Germania 4-3

Cari viaggiatori,
nella partita del secolo Italia-Germania 4-3 del 17 giugno 1970 c’è un insegnamento: da una vicenda brutta può nascere una bella storia. Se Schnellinger non avesse pareggiato nei minuti di recupero, non ci sarebbero stati i tempi supplementari e la partita del secolo sarebbe stata la solita striminzita vittoria all’italiana, un gol e tutti in difesa. Invece da quella rete che mise, momentaneamente, in ginocchio l’Italia nacquero l’impresa azzurra e trenta minuti indimenticabili. Pochi ottimisti speravano in quel finale. Winston Churchill ci viene in soccorso con un suo pensiero: “L’ottimista vede opportunità in ogni pericolo, il pessimista vede pericolo in ogni opportunità”. Riflettiamoci.
Buon viaggio

In ricordo di un pensatore libero

Cari viaggiatori,
se n’è andato un pensatore libero, come è stato definito il filosofo Giulio Giorello dal giornalista Riccardo Cucchi. In una delle ultime interviste che aveva rilasciato, Giorello al quotidiano Il Dubbio aveva parlato dell’insegnamento a distanza e della giustizia. Sulle lezioni via zoom o altre piattaforme virtuali aveva detto: “Questa modalità mi pare ci faccia perdere una delle componenti più interessanti dell’insegnamento: il faccia a faccia tra docente e studente. Si tratta di uno strumento enorme di controllo e di valutazione nel corso della lezione stessa. Tutto questo viene perduto e onestamente non capisco bene con cosa si possa recuperare”. Poi Giorello indicava un problema ben più radicato del coronavirus nel rapporto rischi-azioni “distanziamento salva la vita? Certo. Ma se uno esce di casa può essere colpito in testa da una tegola che cade da un tetto. Allora dovremmo vietarci di uscire di casa per evitare tegole vaganti? Certo stando chiusi in casa ci sentiamo più al sicuro. Ma si tratta di una sicurezza ben miserabile”.
Dalla scuola all’università passando al tema giustizia. In quella intervista il filosofo si occupava del blocco delle udienze nei tribunali: “L’esercizio della legge era la prova di un grande teatro. Adesso il grande teatro non più, è sostituito da palliativi. Prima o poi si dovrà tornare alle forme di espressioni classiche della giustizia. Sia nelle aule giudiziarie come in quelle universitarie. Questo tipo di palliativi sono portato a giustificarli soltanto se hanno una durata temporale assai limitata. Questo è il punto di fondo. Se così non fosse, rischiamo di perdere molte componenti rilevanti sotto il profilo umano del nostro vivere sociale”. Purtroppo Giorello non è riuscito a vivere questa nuova pagina dell’emergenza finitanonfinita. Il suo pensiero ci manca e ci mancherà.
Buon viaggio