Il tempio del calcio, il tempio dell’amore

Cari viaggiatori,

la parola Coverciano ci fa venire in mente la nazionale di calcio, da quelle di Ferruccio Valcareggi ed Enzo Bearzot agli azzurri di Marcello Lippi e Roberto Mancini.Da oggi, nelle camerette dove hanno dormito Gigi Riva e Dino Zoff ci vivono gli anziani che stanno guarendo dal coronavirus.

La Federcalcio ha messo a disposizione il centro tecnico con un gesto di autentica solidarietà. E per chi sta uscendo dal dramma del coronavirus poter stare nel tempio del calcio sarà una bella iniezione di fiducia e di speranza per il futuro. Stare per qualche giorno a Coverciano, un luogo incantato alle porte di Firenze, fa bene alla salute e allo spirito. Ho avuto la fortuna di restarci una settimana quando avevo 13 anni ad un raduno di giovanissimi calciatori. Furono sette giorni di speranza, quella di diventare un grande calciatore.

Oggi, per gli anziani che vi arrivano, sono i giorni della speranza di guarigione.

Buona salute e buon viaggio

Il senso della preghiera

Cari viaggiatori,

nel nostro cammino abbiamo avuto la fortuna di incontrare Vito Mancuso. In un articolo sul quotidiano La Repubblica ci spiega il significato della preghiera, che può essere accolto da ogni uomo, perché significa pensare al senso della vita.Scrive che “la preghiera può essere rivolta a un Dio o a una Dea, a un santo o a un saggio, a una montagna o al mistero muto dietro le stelle. Può essere fatta di parole o di silenzi. Può essere religiosa o laica. In tutte le sue forme essa si manifesta come forza congiuntiva”.

 C’è bisogno di “congiungere” oggi. Congiungersi a Dio o a una Dea, a una montagna o a un saggio, a un santo o alle stelle. Soprattutto abbiamo bisogno di congiungersi con gli altri uomini affinché l’umanità ritrovi salute e armonia.

Quindi “pregare significa pensare al senso della vita, perché venga, perché sia fatto, in qualunque modo ne siamo capaci”. Pensare, appunto.

Buon viaggio

La Costituzione, nell’articolo 2 c’è tutto

Cari viaggiatori,

secondo alcuni giuristi l’articolo 2 della Costituzione della Repubblica italiana sintetizza la Carta intera. Così recita: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.

È un invito ai cittadini ad associarsi, a stare insieme, a unire gli sforzi. Per Piero Calamandrei, indimenticabile maestro di diritto e di libertà, la Costituzione è soprattutto un programma, un piano di lavoro.

La lettura del pensiero di Calamandrei, con quel linguaggio semplice e chiaro, emoziona ancora oggi ed è un richiamo a quanti, anche ora, vorrebbero limitare la libertà di associazione e il diritto di formare la propria personalità anche all’interno di gruppi e organizzazioni.

Buon viaggio

Dopo i canti in terrazza

Cari viaggiatori,
fino a qualche giorno fa molti cittadini si affacciavano alle finestre e andavano in terrazza per cantare e applaudire. Non erano “tutti i cittadini”, perché in molte case non ci sono i balconi, ma quei canti hanno dato un po’ di fiducia all’Italia colpita dell’epidemia. Passata la sbornia canterina sono rimasti i problemi. Lo scrittore Alessandro Baricco ci sprona.
Dice che “la nostra agenda dovrebbe essere dettata dalla voglia, non dalla paura. Dai desideri. Dalle visioni, santo cielo, non dagli incubi”.
Proviamoci.
Buon viaggio

La Pace e la Guerra

Cari viaggiatori,

il nostro cammino ci porta indietro nel tempo, al VI secolo a.c., al pensiero di Lao Tse.”Perché ci sia pace nel mondo, è necessario che le nazioni vivano in pace. Perché ci sia pace fra le nazioni, le città non devono battersi le une contro le altre.Perché ci sia pace nelle città, i vicini devono andare d’accordo.Perché ci sia pace tra i vicini, è indispensabile che nelle case regni l’armonia.Perché nelle case ci sia pace bisogna trovarla nel proprio cuore”.

E la pace occorre cercarla con l’ottimismo del velista che nel mare in tempesta non attende che il mare si calmi ma aggiusta le vele.

Buon viaggio. In questo caso buona navigazione

Maledetti toscani. Meglio fieri toscani

Cari viaggiatori,
nel cammino si incontra la Toscana, una terra con una forte identità che è il risultato di una somma di identità. È la terra dei tanti campanili, delle diversità raccontate da Dante: gli aretini botoli rischiosi, i senesi gente vana. E, di certo, non parlava bene dei suoi concittadini fiorentini.
Ma in questa terra di campanili, le campane sanno suonare in armonia, sanno accogliere e aggregare. E in questa fase difficile la Toscana riesce a mettere d’accordo esigenze pubbliche e private, i bisogni dei giovani e degli anziani. Di chi è nato in questo pezzo d’Italia e chi c’è arrivato da adulto. Fantasia e laboriosità, rispetto delle regole e solidarietà, senso della Stato e del dovere, qui riescono ad essere “virus contagiosi”. Talvolta la toscanita’ può sembrare supponenza. Il gusto per la battuta, l’abitudine di affibbiare soprannomi spesso sono mal compresi da chi non è nato e cresciuto tra le Apuane e la valle dell’Arno.
Questa è la terra di Leonardo e di Giotto, di Arnolfo di Cambio e Piero della Francesca. È la terra dei geni della musica, da Puccini ad Andrea Bocelli e Gianna Nannini.È la Toscana della moda che fa conoscere ed apprezzare il Made in Italy nel mondo. È la Toscana dei vini, del panforte e dei cantucci di Prato, della Chianina inventata da Ezio Marchi agli inizi del ‘900 per far mangiare la carne ai poveri.
È la Toscana dei grandi sportivi, da Gino Bartali a Marcello Lippi. La Toscana è una terra dolce e amara. Dolce come le colline dei Chianti e amara come era un tempo la Maremma cantata da Daisy Lumini e Caterina Bueno. Amara come le Cornate di Gerfalco che ti accompagnano al mare attraverso decine di curve che ti fanno salire il cuore in gola.È la Toscana di Piero Calamandrei, il giurista che spiegava la Costituzione agli studenti in maniera semplice, quella Carta che va vissuta ogni giorno, come una macchina che ha bisogno di carburante per viaggiare.È la terra di Carlo Azeglio Ciampi, il livornese cresciuto tra il cacciucco e le aule della Normale di Pisa, che ha fatto riscoprire e apprezzare l’identità italiana. Lui, livornese, toscano, italiano. Perché essere toscani vuol dire essere italiani.
Significa essere cittadini del mondo. Come cittadino del mondo era Nelson Mandela, amato dalla Toscana, il paladino dei diritti umani, il sognatore. Lui che diceva che il vincitore é un sognatore che non si è mai arreso. Mai arrendersi. Si può cadere ma dobbiamo rialzarci.
Ne siamo capaci.
Buon viaggio

Parole controsenso: laicità

Cari viaggiatori,
una delle parole che incontro nel cammino è laicità e spesso rilevo interpretazioni contrastanti. Tra le spiegazioni più significative è quella del fondatore della comunità di Bose, Enzo Bianchi.
Dice: “La positività della laicità consiste nel suo sapersi porre non come avversario della religione, non come negazione di ogni istanza spirituale, ma come spazio vigile di libertà affinché tutti, indipendentemente dalla fede professata o dal non professarne alcuna, possano operare per il bene della collettività e perseguire la propria piena umanizzazione”.
Buon viaggio

Parole controsenso: audacia

Cari viaggiatori, 

in questo cammino incontro persone audaci? La risposta è sì.

Ci sono uomini e donne che mostrano ogni giorno doti di coraggio per sfidare un pericolo allo scopo di raggiungere un obiettivo. Sono gli eroi civili del nostro tempo e di cui parliamo in altra parte di questo blog. Ce ne sono tanti e le cronache dei giornalisti (anche loro sono eroi civili) ce le raccontano ogni giorno e ogni ora.

 L’audacia deve accompagnare i progetti per il futuro quando #tuttoquestopassera’. Isaac Newton ci ricorda che “nessuna grande scoperta è mai stata fatta senza un’audace congettura”. E che l’audacia accompagni, insieme ad abilità, forza e lungimiranza, l’azione di chi ha la responsabilità di governare la cosa pubblica e associazioni ed enti.

Buon viaggio

Uno non vale l’altro

Caro viaggiatori,

“uno vale uno” è stato lo slogan vincente dell’ultima campagna elettorale per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato. Giusto. In democrazia il voto di chi ha cariche istituzionali pubbliche vale quanto quello di un neomaggiorenne. Ma “uno vale uno” non vuol dire che “uno vale l’altro”. Chi ha ruoli di responsabilità deve avere caratteristiche che non hanno tutti i cittadini.

Un libro di Carlo Ossola, Trattato delle piccole virtù, é un breviario di civiltà per chi ha “un ruolo” e per chi non ne ha ma, secondo me, è una buona lettura soprattutto per chi ricopre incarichi di responsabilità in istituzioni pubbliche o in associazioni private.
Ossola ci invita ad assimilare queste virtù: affabilità, discrezione, bonarieta’, schiettezza, lealtà, gratitudine, premura, urbanita’, misura, pacatezza, costanza, generosità. Aggiungerei coraggio, serenità, tolleranza, forza, resilienza. Perché “uno non vale l’altro”.

Buon viaggio

Radiogol, un atto di amore

Che cosa è Radiogol?

Un libro, di sicuro. Si parla di calcio ma non è un volume per calciofili, per gli amanti di statistiche. E’ il racconto di un amore per la radio, il mezzo di comunicazione che lascia più spazio alla fantasia. Difficile immaginarsi la faccia di chi c’è dietro quel microfono. Una delle voci più popolari di trentacinque anni di radiofonia italiana è quella di Riccardo Cucchi, inviato di Tutto il calcio minuto per minuto. La sua faccia è stata quasi un mistero fino a quando non è diventato il telecronista della vittoria italiana ai mondiali di calcio in Germania, quando ha raccontato con forza ed emozione quel calcio di rigore trasformato da Grosso.

Radiogol descrive anche quel tiro mondiale ma soprattutto racconta gli anni mitici di Tutto il calcio per minuto, la trasmissione radiofonica che ha accompagnato generazioni di italiani. Riccardo Cucchi mi guida in un viaggio dove incontro le voci amiche della mia fanciullezza, da Enrico Ameri a Sandro Ciotti. Ma il mito, per me, era Roberto Bortoluzzi, il conduttore da studio. Lui apriva la trasmissione, dopo la pubblicità di Stock 84 che ci invitava a brindare per i successi della squadra del cuore e a consolarci se aveva perso. Prima delle partite in diretta televisiva ad ogni ora del giorno e della notte il campionato era raccontato da Tutto il calcio minuto per minuto. I collegamenti con i campi erano solo nel secondo tempo e quanta ansia cresceva in attesa di sapere se la Fiorentina era in vantaggio o stava perdendo. E ricordo quel transistor volato in aria per festeggiare la vittoria dello scudetto ’68-69 con Superchi, Rogora, Mancin…e Bruno Pesaola in panchina. Il Petisso era riuscito a trasformare la Fiorentina yè-yè plasmata da Beppe Chiappella in una squadra da scudetto. E Tutto il calcio minuto mi faceva immaginare le partite in quello che ancora si chiamava Campo di Marte.

Emozioni, ricordi, sensazioni. Le ritrovate in Radiogol, un libro che è un atto di amore verso il mezzo di comunicazione che ho più amato tra quelli dove ho avuto la possibilità di lavorare. Quindi grazie a Riccardo Cucchi, un gentiluomo del mondo del giornalismo che oggi non seguo alla radio ma su twitter dove con i suoi cinguettii dà lezioni di stile, garbo e pazienza, caratteristiche ormai inconsuete, a chi preferisce urlare e insultare. Un eretico, insomma.