Cari viaggiatori,
nel mio cammino incontro un pensiero di Enzo Bianchi, fondatore della comunità monastica di Bose.
Dice: “Non lasciate che le spine offuschino la bellezza e il profumo della rosa. Non lasciate che le spine nascondino le bellezze della vita, non lasciate che le spine spengano nel vostro cuore la voglia di vivere, ma cercate di credere che prima o poi la vita fiorisce”.
Prima o poi è un messaggio di forza, non solo di speranza per il domani. E’ un messaggio forte per oggi, quando tutto sembra crollarci addosso. Prima o poi questa fase della vicenda umana finirà.
C’è una certezza per il domani: “#tuttoquestopassera”.
Buon viaggio
Non puoi tornare indietro
Cari viaggiatori,
Mario Calabresi nella sua newsletter di oggi ci ricorda un pensiero di Patrick Modiano, premio Nobel 2014 per la letteratura.
In occasione del conferimento del premio disse: “È un po’ come guidare un’auto in una notte d’inverno, su una strada ghiacciata, senza visibilità. Non hai scelta, non puoi tornare indietro, devi andare avanti ripetendoti che andrà tutto bene quando la strada sarà più sicura e la nebbia svanirà”
Buon viaggio
Un sogno realizzato. Anzi due
Cari viaggiatori,
nel mio cammino ho incontrato una bella storia di imprenditoria e di sport. È un sogno diventato realtà. Anzi, i sogni realizzati sono due. Il protagonista è Maurizio Sani, imprenditore di Piancastagnaio, in provincia di Siena, con la passione del calcio. La sua storia la racconta la rivista Espansione.
Nel 1964 Sani fonda Stosa Cucine, un’azienda che oggi ha sedi in molte città e rappresenta bene lo spirito imprenditoriale, grazie a idee brillanti, coraggio e determinazione. Sani è da sempre attento alle esigenze del territorio, il Monte Amiata, da qualche anno in grave sofferenza economica.
Oltre all’azienda, Sani dedica tempo e risorse alla sua grande passione, il calcio. Voleva portare la Pianese, colori bianconeri come quelli della Juve, dai dilettanti alla serie C. In qualche anno c’è riuscito. La sua squadra oggi affronta il Monza di Silvio Berlusconi e di Adriano Galliani. Mica è poco per chi è nato e cresciuto nella montagna amiatina ed è riuscito a realizzare due sogni, imprenditoriale e calcistico.
Amor di Patria
Cari viaggiatori,
sono cresciuto con il mito del “Piave mormorò…” e ho imparato alle scuole elementari il significato del “Canto degli italiani”. Me li hanno insegnati il mio nonno Pietro, Cavaliere di Vittorio Veneto, e la maestra Cosma Serchi. Mi sono sempre sentito italiano, innamorato della mia Patria e non capivo, da bambino e poi da adolescente, perché alcuni miei connazionali disprezzavano il Tricolore e anche nelle partite di calcio facevano il tifo per altre nazionali invece che per gli azzurri.
C’è voluto il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per farci capire che dobbiamo essere orgogliosi di essere italiani. Ormai lo hanno capito quasi tutti. Oggi si mettono alle finestre le bandiere tricolori, festeggiamo l’Unità nazionale come compimento del sogno risorgimentale, ci vengono i lucciconi agli occhi quando ascoltiamo l’inno di Mameli.
Insomma, bisogna essere contenti del ritrovato amor di Patria. È bello sentirci orgogliosamente italiani ma con una avvertenza: patrioti sì, nazionalisti no.
Amare la Patria non vuol dire odiare le altre nazioni.
Il Tricolore avvolge e rassicura ogni uomo che si trova nella nostra amata Patria e, come il filo di un gomitolo infinito, unisce tutti gli uomini sparsi per il mondo.
Buon viaggio
Gran Loggia 2020 “Uniti nelle diversità”. Si terrà a Rimini l’11, il 12 e il 13 settembre
Fissate le nuove date della Gran Loggia 2020. La massima assise del Grande Oriente d’Italia si terrà a Rimini l’11, il 12 e il 13 settembre. Un rinvio, rispetto alla tradizionale convocazione di aprile, che si è reso necessario dopo il decreto del governo, che il 5 marzo scorso ha disposto la sospensione di ogni attività convegnistica o congressuale a data successiva al 3 aprile.
“Uniti nelle diversità” il titolo scelto per l’edizione di quest’anno che si annuncia ricca di eventi pubblici che si terranno a margine dei lavori rituali nel tempio. Il taglio del nastro venerdì mattina e nel pomeriggio alle 14 l’apertura dei lavori rituali in grado di Maestro. L’ordine del giorno prevede, tra l’altro, la relazione morale del Grande Oratore, il ricevimento dei rappresentanti dei Corpi rituali e delle Delegazioni estere, il saluto al Presidente della Repubblica e l’omaggio alle bandiere italiana ed europea. Saranno quindi ammessi Apprendisti, Compagni e profani per l’allocuzione del Gran Maestro, che si terrà a porte aperte.
I lavori riprenderanno sabato 12 settembre, alle ore 10,00, con all’ordine del giorno, tra l’altro, la relazione amministrativa del Gran Segretario, la comunicazione del Responsabile della Biblioteca del Grande Oriente, la relazione del Presidente della Corte Centrale, la relazione del Consiglio dell’Ordine e la discussione sulle relazioni.
La sessione conclusiva della Gran Loggia 2020 avrà luogo domenica 13 , alle 9 con la presentazione al pubblico delle iniziative culturali del Grande Oriente. A latere dei lavori nel tempio, sono previsti incontri, presentazioni di libri e mostre, organizzate dal Servizio Biblioteca. L’Associazione italiana di filatelia massonica esporrà nel suo tradizionale spazio le emissioni più recenti dell’Istituzione. Ancora una volta i lavori della Gran Loggia saranno strumento di riflessione su alcuni temi importanti con un focus sui grandi valori dell’istituzione che sono libertà, fratellanza e uguaglianza.16 Marzo 2020
#tuttoquestopasserà
Cari viaggiatori,
nel mio cammino ho incontrato una leggenda popolare che alcuni attribuiscono a Re Salomone che chiede ai saggi un anello speciale. “Voglio che fabbrichiate per me – disse – un anello che racchiuda un messaggio che possa aiutarmi nei momenti difficili”.
Doveva essere un messaggio breve di sole due o tre parole. Gli eruditi non seppero trovarlo.
Un vecchio servo disse al re: ” Non sono erudito ma so di quale messaggio avete bisogno”.
Prese un foglietto, scrisse tre parole e lo consegno’ al re con una raccomandazione: “Non leggetelo ma tenetelo nascosto nell’anello. Lo aprirete solo quando tutto andrà male”. Arrivò il giorno in cui il regno fu invaso e il re rincorso dai nemici. Fu allora che il re si ricordò dell’anello. Estrasse il biglietto e lesse il messaggio: “#tuttoquestopasserà'”.
Mentre leggeva la frase gli inseguitori si persero nel bosco, il re riunì il suo esercito e riconquistò il regno. Quando sarete sull’orlo del precipizio ricordate #tuttoquestopasserà.
Il regno festeggiò e il re volle condividere la gioia con il servo che gli aveva regalato quel messaggio di saggezza.
L’anziano disse al re: “Legga nuovamente quello che è scritto sul foglietto”. Il re lesse ma non capiva il senso di quel messaggio in un giorno di festa.
Il servo gli spiegò: “Non è solo per le situazioni disperate ma anche per quelle piacevoli. Non è solo per quando si è ultimi ma anche per quando si é primi”.
Il re lesse ancora il messaggio, #tuttoquestopasserà, e allora capì la profondità di quelle parole. Il servo gli ricordò ancora: “Tutto passa perché rimane indietro o perché ti ci abitui. Restiamo solo noi, che rimarremo per sempre”.
Oggi non tutti portano un anello ma #tuttoquestopasserà possiamo inciderlo nel nostro cuore e nella nostra mente.
Buon viaggio
Mattone dopo mattone
Cari viaggiatori,
nel mio cammino ho incontrato il rettore dell’Università di Sassari, Massimo Carpinelli.
La rivista Espansione gli ha dedicato un ampio servizio in cui racconta del duro lavoro fatto per risanare il bilancio dell’ateneo senza trascurare la ricerca e i servizi agli studenti.
Il professor Carpinelli è un fisico molto apprezzato in Italia e all’estero per le sue caratteristiche di scienziato.
Ma chi ha la fortuna di conoscerlo può ammirarne le qualità umane e la sua costanza. Ho avuto il privilegio di ascoltare in diretta, e poi di rileggere, il suo intervento all’inaugurazione dell’anno accademico. Soprattutto la parte finale dimostra che la competenza e la caparbietà possono far compiere le imprese più difficili.
Dopo aver detto di aver ottenuto importanti risultati per l’ateneo di Sassari anche grazie al lavoro di molti, ha concluso: “Come il muratore che lavora al cantiere di una cattedrale, non ho mai pensato alla fatica, o al singolo mattone che aggiungevo, ho immaginato il risultato finale”.
Buon viaggio
Un Barone in campo
Cari viaggiatori, nel mio cammino ho incontrato Andrea Lo Cicero detto Il Barone. La rivista Espansione gli ha dedicato la foto di copertina e un bell’articolo di Matteo Menetti Cobellini. “Lo sguardo massiccio, la postura sicura, le braccia possenti sono ancora quelle di un guerriero” scrive Menetti Cobellini. E Lo Cicero è stato davvero un guerriero. Un guerriero gentiluomo verrebbe da dire perché il rugby, sport che viene a praticato ai massimi livelli, è anche fair play. È rispetto dell’avversario prima di tutto.
Una qualità che Andrea Lo Cicero ha imparato bene e l’applica nella vita di ogni giorno. A Nepi, dove vive e coltiva un ottimo zafferano, ha inventato una pet terapy del tutto speciale, la onoterapia. Utilizza gli asini per aiutare i bambini che hanno difficoltà a socializzare. Un’attività generosa che merita un bell’applauso. Buon viaggio
Guardare le stelle
Cari viaggiatori, nel mio cammino oggi incontro Stephen Hawking, uno dei più noti fisici teorici del mondo morto nel 2018. Ci dà un messaggio positivo: “Per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare. Guardate le stelle invece dei vostri piedi”.
Guardate il cielo, anche quando ci sono le nuvole, perché le stelle ci sono sempre ad illuminare il nostro cammino. Sono l’una vicina all’altra. Loro danno sempre la luce e ci inducono all’ottimismo.
Le stelle sono come quell’insegnante che un giorno disegnò un punto nero su un grande foglio bianco. Chiese ai suoi studenti: “Che cosa vedete su questo foglio?”.
La risposta: “Un punto nero”.
Il professore si arrabbia: “Dovete vedere il grande foglio bianco, altro che un puntino nero”. Ecco, guardiamo il cielo, guardiamo le stelle, loro sono una certezza.
Sono loro il grande foglio bianco.
Buon viaggio
Gli eroi civili
Qualche anno fa uscì un libro di Enzo Biagi, “Il Belpaese”, in cui il giornalista scriveva i motivi per cui l’Italia andava avanti: il fornaio che nella notte prepara il pane, il netturbino che spazza le strade, l’edicolante e il lattaio che ti portano giornali e latte a casa. Erano loro gli eroi civili del Belpaese di Enzo Biagi. E lo sono anche oggi.
Gli eroi civili sono coloro che ogni giorno fanno il loro dovere, in un silenzio operoso.
In questo periodo sono un po’ “più eroi” degli altri i medici, gli infermieri e i volontari. Sono un po’ “più eroi” coloro che mandano avanti le attività produttive per farci arrivare a casa i beni di prima necessità. Sono un po’ “più eroi” i camionisti, quelli che attraversano le strade del Belpaese di giorno e di notte, con la pioggia e con la neve, con il freddo e con il caldo. Li incrociamo con le nostre auto alla guida dei loro tir, spesso “arricchiti” da luci psichedeliche, con richiami a santi e madonne e alle loro terre di origine. Spesso ci fanno paura quei camion imponenti, ci fanno paura quando ci sorpassano. A me no, non fanno paura. Anzi. In quelle cabine rivedo il mio babbo camionista che correva per le strade d’Italia per fare un viaggio in più, per portare il pane alla sua famiglia. Negli anni Sessanta e Settanta fare il camionista era ancor più faticoso di oggi. E non c’erano ferie ad agosto.
In questo periodo i camionisti sono tra gli eroi civili un po’ “più eroi”. Senza di loro, senza il loro sacrificio, senza il loro coraggio oggi non avremmo mangiato al sicuro delle nostre case. Ed è per questo che oggi dico “Grazie camionisti” e grazie “Babbo Vincenzo”. Oggi saresti anche tu su quei bestioni per il bene della nostra amata Italia e di tutti noi.